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Cristina Tarabella

Cristina Tarabella – Vita

Combatto!… E ancora combatto nei giorni schiumosi di storie normali, aspettando sempre un colpo, forte, più forte, da destra, da sinistra, da chi sa! E combatto con mani ormai gelate dal dolore e dalla delusione di avere da sempre combattuto… Combatto con occhi ciechi di lacrime per la paura che tutto sia vano… Combatto con la mente e l’anima lacerate, fatte a brandelli, quasi dissanguate, da quegli artigli che io ben conosco e che mi hanno rubato pezzi di vita ogni attimo. E ancora combatto per me, per me, per questo sole, per questa aria, per un refolo di vento che sfiora il mio viso disfatto… Combatto con il cuore che batte all’impazzata dal terrore di fermarsi d’un tratto… Combatto con braccio ormai stanco, e allora cambio di mano la spada. Ma combatto con tutto lo spirito che in me si è trasformato in pura energia, in vastità di pensiero, in ansie notturne che rubano il riposo… Combatto!

Cristina Tarabella – Vita

Un giorno, chi sa quando; oggi. Domani. Fra un mese. Fra un anno. Verranno a chiedermi di rendere indietro la mia vita e mi diranno: “L’hai tenuta. Ma non è tua. Adesso rendicela, ché è scaduto il tuo prestito… ” Ed io lascerò loro tutto di me, compresi i ricordi; compreso il passato; il mio vissuto. Queste però sono cose che mi appartengono; sono mie! Perché devo rendere indetro anche queste? “Perché quando si muore, si rende tutto. Si lascia tutto. Non si esiste più. ” Ma io ho pagato a caro prezzo, ogni singolo attimo della mia esistenza! “Sì, ma vedi, è così che funziona. Hai un corpo in affitto. Ci fai delle migliorie. Ricostruisci il dentro, il fuori. Ti ci vuole fatica e sudore, ma… é in affitto. Non ti appartiene. Devi rendere tutto indietro. Questa è la legge. ” La legge di chi? Chi? Chi? Chi? Chi, può essere così crudele da avere inventato un tale sistema! Dovrò rendere anche la mia mente, i miei ricordi, il mio amore… “Tutto!” Ma io non voglio! Non posso! L’amore non si può dare in affitto! L’amore è mio, mio, mio! “Sì, ma muore con te. Questa è la legge. ” Non avrò più la mia mente… La capacità di ragionare… Di amare… Di capire, pensare… Perché fate questo? “Non esiste risposta alla tua domanda. È semplicemente la legge. ” E dunque morirò. Vi renderò tutto, tutto, tutto! Ma non mi arrenderò mai alla legge!

Cristina Tarabella – Poesia

Il gioco dell’Universo. (Lo spirito amante della natura).La spiaggia brilla sotto le stelle ed il mare ne bagna le silenti propaggini. Un’onda giunge fino a me… e si ritrae: sembra che voglia rapirmi. Nuovamente torna ad accarezzare e lambire i miei piedi; gioconda sottrae la sabbia intorno facendo sì che io sprofondi un poco. Forse la spiaggia vuol farmi prigioniera? in un rapimento amoroso di amplessi marini? Sembra un gioco bellissimo, nel quale sono complici le acque ed i mille granelli di sabbia. Ma nel gioco male si addice la mia immobilità: fissa nello stupore incredulo. Tutto in torno si muove e accarezza fremendo il mio corpo. Perché rimango immobile? La natura mi chiama mi incita a vivere… a giocare… L’onda gaia continua il suo abbraccio e carezza sensuale la pelle del mio corpo stupito. La spiaggia non accetta la fissità del mio essere; fa vacillare i miei piedi, l’acqua marina che lenta si muove… Un attimo e tutte le membra son parte del mare. La spiaggia mi ha gettata nel grembo fluido della madre schiumosa. Il corpo sospira… si risveglia… miriadi di gocce salate distruggono il torpore. Adesso! la vita penetra in me. Ed io con impeto, al fine travolto, prendo parte al gioco dell’universo.

Cristina Tarabella – Morte

Ho visto i miei occhi riflessi nello specchio dell’ anima, il puro terrore; la follia della paura; la pazzia furente e urlante della mostruosità: ho visto la Morte. Ed essa mi guardava dal di dentro dello specchio con cieco desiderio. Desiderio di avermi; di ghernirmi; di possedermi… per sempre. Ho visto le sue lugubre e agghiaccianti dita, scarnificate, putrescenti, oscene, allungarsi in una specie di carezza sul mio cuore; ma volevano solo strapparlo per portarlo lontano… Ho visto la sua falce lunata mietere attorno vite… e per poco non cadevo anche io sotto il mortale girotondo… Ho visto il suo volto specchiarsi nel mio e diventare me stessa, rubandomi gli occhi, l’anima e i pensieri… Sono affogata in una melma di nera pece, ma poi ha schiuso la stretta ed ho nuovamente respirato. Ho visto il mio cadavere tornare alla superficie della vita e poi di nuovo affondare nel nulla, perché l’attesa ormai si è fatta così reale e distinta, da non permettermi più di discernere fra l’Adesso e il Niente…

Cristina Tarabella – Frasi d’Amore

A mio marito.Per Massimo.Se credessi in un dio lo chiamerei con il tuo nome. Se potessi toccare le stelle sicuramente sarebbero i tuoi occhi. Quando accarezzo il tuo corpo è un’estasi di desiderio, che solo al contatto sboccia fra i miei sensi e inonda il mio anelito di te. Sento il tuo respiro che sfiora i miei capelli. Sento la tua carezza che sfiora ogni parte più nascosta del mio essere e lo avvinghia a sé per sempre. Il tuo abbraccio mi prende e mi conduce a volare sul mare, mi conduce in alto sulle vette del vento, sui picchi dell’aria… Mi prendi fra le tue mani e sprofondi con me fra le acque di un mare che caldo ci accoglie e ci dona uno spasmo di vita. Siamo immersi nei nostri sensi, siamo padroni e schiavi dei nostri corpi. Siamo insieme, per sempre colmi l’una dell’anima dell’altro. Se avessi respiro parlerei al mondo raccontandogli le nostre meraviglie. Se avessi la voce canterei all’Universo, inebriandolo dell’immenso sentimento che ci lega… Se avessi la vista e sentissi suoni, dipingerei e ascolterei: i tuoi sguardi colmi di impeto, e la tua bocca che pronunzia il canto… Ma i miei sensi, tutt, sono storditi ed echeggiano lievi da dentro i tuoi. Palpitano all’unisono, si sono ritrovati al di là di ogni barriera… Siamo due, eppure uno. Non si distingue più il mio cuore dal tuo: sono distinti, ma battono una musica sola. Questo che tu mi doni -che io ti dono- è il massimo e meraviglioso compenso ad una vita da amici, fratelli, amanti, compagni… Questo dono non può chiamarsi soltanto “amore”; questo dono è la vita stessa che si fa corpo nelle nostre anime.