Delphine De Vigan – Vita
Non mi piace quando le cose svaniscono, si perdono. Non mi piace fingere di aver dimenticato. Io non dimentico.
Non mi piace quando le cose svaniscono, si perdono. Non mi piace fingere di aver dimenticato. Io non dimentico.
Da quando sono nata mi sono sempre al di fuori, dovunque fossi, fuori dall’immagine, dalla conversazione, sfasata, come se fossi la sola a sentire rumori o parole che gli altri non percepiscono, e sorda alle parole che invece sembrano sentire, come se fossi fuori dalla cornice, dall’altra parte di una vetrata immensa e invisibile.
Non appena pretendi qualcosa, non appena ti aspetti qualcosa, hai perso.
Adesso so che la violenza è anche nel silenzio e qualche volta è invisibile a occhio nudo. La violenza è il tempo che risana le ferite, la sequenza irriducibile dei giorni, l’impossibile ritorno indietro. La violenza è quello che ci sfugge, che tace, che non si manifesta, la violenza è ciò che non ha spiegazione, che resterà opaco per sempre.
L’insonnia è il volto oscuro dell’immaginazione.
Non si scaccia l’eco delle grida, e ancora meno quello del silenzio.
Le piacerebbe che lui la prendesse fra le braccia. Cosi, senza dire niente, solo un attimo. Riposarsi per qualche secondo, cercare un punto di appoggio.
Ogni tanto sogna un uomo al quale chiedere Puoi amarmi? Con tutta la fatica di vivere che si porta dietro, la forza e la fragilità. Un uomo che conosca la vertigine, la paura, la gioia. Che non abbia paura delle lacrime dietro il suo sorriso né del suo sorriso fra le lacrime.
Devi fare come me, io non sogno mai, fa male alla salute.
Forse è questa la felicità, non un sogno, non una promessa, solo un istante.
Anche io sono stufa, stufa, stufa di essere sempre sola, stufa che mi parli come se fossi la figlia della portinaia. Vorrei che mi guardasse come le altre madri guardano i propri figli, vorrei che la sera rimanesse accanto al mio letto per parlare prima di spegnere la luce, senza avere l’impressione che si posizioni come se seguisse un copione e avesse imparato le battute a memoria.Non voglio parlarle perché non ascolta, perché ha sempre l’aria di pensare ad altro, di essere persa nel suo mondo.Non voglio parlarle perché non sa più chi sono, perché sembra sempre domandarsi che cosa la leghi a me, quale sia il nostro rapporto.
Ogni tanto sogna un uomo al quale chiedere Puoi amarmi? Con tutta la fatica di vivere che si porta dietro, la forza e la fragilità. Un uomo che conosca la vertigine, la paura, la gioia. Che non abbia paura delle lacrime dietro il suo sorriso né del suo sorriso fra le lacrime.
Le piacerebbe che lui la prendesse fra le braccia. Cosi, senza dire niente, solo un attimo. Riposarsi per qualche secondo, cercare un punto di appoggio.
Se ammettiamo che per due punti passa una e una sola retta, un giorno traccerò quella che va da lui verso di me o da me verso di lui.
Ogni tanto sogna un uomo al quale chiedere Puoi amarmi? Con tutta la fatica di…
Le piacerebbe che lui la prendesse fra le braccia. Cosi, senza dire niente, solo un…
Se ammettiamo che per due punti passa una e una sola retta, un giorno traccerò…