Franco Mastroianni – Vita
Se fossi agente di polizia stradale, farei un verbale al tempo per invitarlo a rallentare.
Se fossi agente di polizia stradale, farei un verbale al tempo per invitarlo a rallentare.
Incontri casuali decisi dal vento accendono giorni ormai spenti da tempo, le strette di mano ridanno calore agli andati momenti vissuti col cuore, parlar della vita che piano ci segna, degli anni che vanno e si bruciano come fuoco di legna.Ritornano in mente le frasi più usate, gli sbagli, le donne, le mille cazzate, giornate a parlar del futuro nelle nostre mani lasciando da parte il momento, pensando al domani.Il domani poi arriva e stravolge le cose, e riempie di spine la vita come gambo di rose, divide le strade allontana, e noi siamo soffi di tramontana,vediamoci ancora, che dici, va bene dai ci sentiamo.Ciao dolci ricordi sbocciati di colpo da una stretta di mano.
Schiene ricurve ricamano di vita i campi nelle messi, volti segnati da profonde rughe assorbono i riflessi, ornano il capo i cappelli dalla larga falda giallo paglia, lucide falci incrociano i raggi del soleche nel brillar si staglia.Grano dorato ondeggia nell’attesa delle affilate lame, involucri sottili rivestono i piccoli chicchi impazienti di trasformarsi in pane.Mietere il grano a mano, chissà se esiste ancora chi lo fà, entra nei campi il rombo del progresso spazzando via quei tempi là, ne sentono mancanza le grandi aie dove dopo fatica si faceva festa, tovaglie stese a sventolare è quello che ne resta.Orfani attrezzi agricoli arredano i musei nel ricordar le gesta.
Corriam veloce cercando di non perdere occasioneore contate dolori nella digestioneBen stretto al polso colui che ci comandatetro riflesso di lancette che indicano landaEnergico e ritmato il ticchettio di svegliel’incubo del risveglio come sbattere di teglieL’inutile rincorsa che ci sfugge dalle ditainutile perché abbiam più tempo che vita.
È una mattina fresca ancor primaverilele ragnatele al vento si lasciano cullaremuovendone le fileSenza poter fermarli non puoi tenerli a badarimbalzano assonnati i primi suoni nella stradaUn cane che sbadiglia un gatto che si stirae intanto il sole si prepara a prendere la miraAprendo le finestre mi coglie il primo raggioche dentro casa arrivami avvolge il suo calorelo sento sulla pelle lo tocco con le ditaè nato un nuovo giorno e oggi è ancora vita.
Pilastri e fondamenta di cemento legano diverse viteatteggiamenti vaghi negli incontrirancori in odor di dinamiteLunghe ed interminabili le attese in ascensoreal quarto stan cucinando il pescesi sente dall’odoreZavorre d’impazienza trasmettono le sottili murazoccoli in legno usati nella notte scuraIstigano menti nervose a punti di sutura.
Foreste di tossicità presa in affittorigagnoli di fretta avuta di soppiattoassenze di vetrate ossigenano il pattonuvole gonfie di velluto carbonato circondanol’esausto globo ormai malatoOrgoglio d’uomo senza l’idea del considerato.
Bagnati dalle gocce di potenti temporaliusiamo obrelli adatti pre poterci riparareDovendo fare i conti con metereologica incertezzadettata da strani personaggiche mischiano le nuvole a perle di saggezzaInebriando schermi piatti con movimentidi robotica fattezzaManipolando diversi stati d’animoumori che si lacerano nel corso delle assurde ripetizioniOltraggio al quieto viverela messa in onda delle previsioni.
Dovendo molte volte far conti con il passatodi ciò che mi è riuscitodi quello che ho perduto perché non apprezzatoMi sto accorgendo piano di esser nel momento giustodifficile capir come è la vitama assaporarne tutto il gustoTenerla stretta tra le manie vivere tutto intensamenteoggi non domaniFare di tutto ciò che mi circondaun’espansione unica come fiume quando esondaSapendo che la vita prima o poi deve finiresto preparando l’abitoche nella nuova andrò a vestire.
Lasciandomi cadere da una riva come un sassoassorbo tutti i colpi di questa vitaadessoCercando amore le infinite sensazioniche fan vibrare il corpoe nascere emozioniAl vento lasciar prender l’odio e l’iraperdendoli nel cielodove il pensiero non arrivaPorto con me bagagli d’esperienze pienimentre continuo questa discesa senza freniI miei bagagli ancora vuoti non so se riuscirò a riempireMa so di certo che arrivato in fondoavrò bagagli nuoviper un nuovo mondo.
Che fine ha fatto il senso della vita?Rimasto li in silenzio come un eremita?Perduto in una desolata landaimmerso ui tutti noicome punto di domandaIntenti tutti a ricercar risposteattratti ahimè da innumerevoli proposteInganni imbrogli l’ormai perduta razionalitàla corsa verso l’eldoradola felicitàDimenticando cuori non ascoltando mai i silenzicapaci si d’uscir di casa vestiti d’impazienzaDimenticando che viaggia insieme a noil’impermanenza.
Che fine ha fatto il senso della vita?Rimasto lì in silenziocome un eremita?Perduto in una desolata landaimmerso in tutti noicome punto di domandaIntenti tutti a ricercar risposteattratti ahimè dalle futili proposteInganni imbrogli l’ormai perduta razionalità.
Vita passata a ricercare astratte vie di fugadi desideri ed emozioni andatecome le orme sul bagnasciugaConcreti solchi disegnano il mio visoin una grande ruga.
La polvere del temposi posa lentamentesu di noimodificando le tonalitàdei nostri corpipuoi ripararti… sì!Se credi nelle tanto decantatepozioni artificialicosì per la pauradi diventare vecchiovivrai in simbiosicon quel che pensisiaun magico specchioma… non allevierài tuoi mali.Trova il tuo cuorela polvere del temponon ricoprele sue ali.
Spazzato via dal vento non trovo un punto fermo dove riposare.Ho amato mille cuori nel mio fantasticare dipingendo le mie notti di parole spazzato via dal vento non ho mai avuto modo di attaccarmi alle illusioni non ho mai recitato non ho letto mai copioni.Vivo ascoltando quello che il cuor mi dice non son mai stato pianta e non ho mai messo radice spazzato via nel tempo non trovo un punto fermo e questo mi tormenta mi dà gioia euforia rabbia spazzato via dal vento come un granello di sabbia.
E se mi chiedi come va potrei dirti che ho una favola da raccontare Potrei inventarla sul momento mentre gente ad occhi bassi ci sta passando accanto potrei farti vedere con leggiadra fantasia i paesi che si svuotano le persone che indignate vanno via no non parlerò di maghi streghe o di indovini ma racconterò di orchi vestiti come i preti che violentano i bambini. Se mi chiedi come va potrei dirti lascia stare guardati intorno io sono stanco di raccontare.
È sempre più difficile muoversi tra la gente e non percepire solitudine.