Joe Martini – Anima
L’abbandonare sé stessi, è spogliare l’anima di qualunque “vestito”.
L’abbandonare sé stessi, è spogliare l’anima di qualunque “vestito”.
Il mio cuore, vestito dai tuoi ricordi, ha bisogno di un appiglio per riequilibrarsi. Spoglialo lentamente, è il luogo dove per molto tempo sei stata nascosta, non sapendo tu, ci fossi stata. E se il tempo è scivolato, ha la parvenza di una caduta improvvisata, non voluta, che in questo attimo di riverbero, sembra voglia tornare a noi. Il mio cuore, nudo e solo, dopo che ci si è persi. E che non potrà più essere tuo.
Essere felici, sempre. So che ogni mio, inconscio passo, è stato per raggiungere uno stato simile alla felicità. Ho provato soddisfazione, ad esserne fiducioso, a dare fiato alla speranza, a resistere al dolore. Ma i misteri non possono essere svelati. Gli occhi non vedono al buio. E quand’anche sia grande la mia fede, so che per essere felice deve arrivare un amore, grande, grande. Perché è una delle motivazioni più vere, per esserlo.
Nel dimenticare, esiste una strana forma di devianza mentale, per cancellare i ricordi non voluti. Ma arriva la notte. Angoli oscuri. Nuvole dalla quale scendono lacrime amare. Un freddo immenso. Ti regalo un bene prezioso, il mio destino. Per potermi addormentare, e intraprendere un sogno che non finisca mai.
Amata incondizionatamente. L’errore di negarlo. Reticenza illusoria.
La mia nobile lontananza da te. Il cercarti affannosamente, condanna del cuore.
I baci. Alcuni, ti imprigionano. Sono baci chiusi nello scrigno della mente, nel forziere del cuore. Non ne escono. Soli, non si può stare più. E ti assale il bisogno di perdersi nuovamente.
Sono andato nel recinto dei miei pensieri. È un’altra notte senza te, nell’apparire del giorno. Sembra così interminabile il tempo del tuo venire, che il dolore si scioglie. Mi sorreggo, sentendomi così fragile ed indifeso. È accettabile il tuo andar via, inaccettabile il sentirmi precipitare senza te.
La fine di un Amore, è come un malato di cuore che aspetta un donatore per il trapianto.L’inizio, è trovare le chiavi che aprono mille porte chiuse.
Molto, per ignorare il ricordo. Come un albero dalle radici secolari. La completezza del passato e la necessità di mettere in pausa quello che ho vissuto, per immaginare quello che vivrò. Voglio solo un’abitudine. Quotidiana.
Istanti di memoria, nel disordine di una mente avida. I pensieri si intrecciano con i colori del sogno. Con un vuoto che viene colmato da una gioia malinconicamente struggente. La vaghezza del tuo viso, ormai dalle forme sfuggenti, una bellezza quasi irreale. Si dirama il mio sollievo, nell’affermare la vigoria di tristi notti, allontanarsi dal mio fardello, abituale Amico. Vedo una grande, ideale, distesa verde davanti a me. Placa la mia tempesta e in quest’alba grigia, un sorriso si affaccia.
Se riuscirai a seguire il mio sogno. Se riuscirai a seguire la tua libertà.L’eco di senni lontani non ci legheranno.Dovrai solo sentire… Senza catene, senza legami.La nostra conoscenza per sapere chi siamo e le nostre voci per riconoscerci.Saremo gli unici responsabili del nostro Amore.
Perché imporsi sull’amore. O ti arriva e ti segue come una freccia imperdibile, oppure fuggi. Potrebbe essere il tuo più grande tormento.
Un ingombro emozionale. Che ora è qui, nella soffitta della mia mente. Quale fosse, davvero, un ostacolo invalicabile. Accendo la luce, come se questo bastasse a liberare il mio arcaico demone. Così poderoso, prodigioso nella sua forza. Mi manchi. E penserò al modo di rinchiuderlo nel cassetto della memoria. Ma non oggi, domani. Nel mio domani.
Sono innamorato di tutto ciò che mi circonda. Perché innamorato di tutto ciò che vive nel suo mondo.
L’amore è fatto anche di silenzio. Il silenzio consapevole, che racconta tutto quello che c’è da sapere tra due persone. Molte più certezze delle parole.
Quando arriva l’amore, è come essere baciati dal cielo. E ovunque tu vada, non si può sfuggire all’amore. Sarebbe come lasciare un dono del signore. L’amore, quello vero, trasmette l’estremo desiderio, di averla potuta incontrare, prima di tutto il nostro passato. Unica.