Johann Wolfgang Goethe

Johann Wolfgang Goethe – Comportamento

[…] Sì, mio caro Guglielmo, i bambini sono particolarmente cari al mio cuore. Quando li osservo, e vedo in quei piccoli esseri il germe d’ogni virtù e d’ogni forza che un giorno sarà loro necessaria, quando nell’ostinazione io scopro la futura costanza e fermezza di carattere, nella vivacità il buon umore e la facilità con la quale passeranno fra i pericoli della vita… e tutto questo così puro e completo, sempre io ripeto le auree parole del Maestro degli uomini: guai a voi se non diverrete come uno di costoro!

Johann Wolfgang Goethe – Comportamento

Caro Guglielmo, ho tanto meditato sul desiderio degli uomini di allontanarsi, di fare nuove scoperte, di percorrere il mondo, poi un impulso segreto limita il loro cammino, li spinge sulla via tracciata dall’abitudine, ed essi non si curano più di quel che avviene a destra e a sinistra. […] Un vasto panorama dai contorni confusi ci sta dinanzi all’anima: i nostri sensi come i nostri sguardi si perdono in esso, e con tutto il nostro essere noi aspiriamo alla voluttà di provare un unico, grande, potente sentimento. E quando abbiamo corso, quando il laggiù è divenuto il qui, tutto è come prima, noi siamo nella nostra povertà, negli angusti confini che prima ci chiudevano, e l’anima sospira il sollievo che le sfugge.Così il più irrequieto vagabondo desidera infine la sua patria e trova nella sua capanna, nel seno della sua sposa, nella schiera dei suoi bambini, nel lavoro compiuto per loro, la gioia che invano ha cercato nel lontano mondo.

Johann Wolfgang Goethe – Comportamento

Oh amici miei!, perché il torrente del genio così raramente straripa, così raramente spumeggia in grandi flutti e scuote le vostre anime stupite? Cari amici, è perché, sulle due rive abitano dei tranquilli signori, di cui le casette campagnole, le aiuole di tulipani e gli orti sarebbero devastati, ed essi sanno preservarsi dal minaccioso pericolo con argini e fosse costruite in tempo.

Johann Wolfgang Goethe – Comportamento

Vedi quante impressioni agiscono sull’uomo nella sua limitata sfera, quante idee penetrano in lui, finché una crescente passione non gli toglie ogni serena forza di pensiero e lo trascina alla sua perdita. Invano l’uomo libero da ogni cura e in possesso della sua ragione lo guarda con pietà, invano cerca di convincerlo con la persuasione. È come un uomo sano che pur stando al letto di un infermo non può infondergli la minima parte delle sue forze.