Mariella Buscemi – Frasi Sagge
Chi cerca tormentosamente un colpevole in verità sta morendo sotto il peso del proprio rimorso, cercando di ripulire la macchia del proprio peccato, crimine, delitto.
Chi cerca tormentosamente un colpevole in verità sta morendo sotto il peso del proprio rimorso, cercando di ripulire la macchia del proprio peccato, crimine, delitto.
Si va avanti come se nessuno facesse tesoro delle proprie storie di vita, millantando solo a parole il loro essere combattenti e reduci, come se detenessero la conoscenza assoluta sugli ingranaggi ed i marchingegni che presenziano all’origine del mondo. Ciò che è peggio e che s’improntano ad essere insegnanti edotti in merito alle vite degli altri.
Quando qualcosa colpisce la nostra persona riusciamo ad assorbire il colpo anche se tra occhi lucidi, paura che attanaglia il cuore come in una morsa, ma rimboccandoci le maniche. Quando qualcosa, invece, colpisce i nostri affetti più cari, dobbiamo trasformare il senso d’impotenza in puro potere: poter agire, supportare, amare più che mai, non solo curare, ma prenderci cura, proteggere e, soprattutto, “esserci”, sarà questo, infatti, uno dei farmaci più potenti e l’unico senza effetti collaterali.
Spesso, non si batte in ritirata per mancanza di coraggio, ma per la mancanza di coraggio degli altri.
Sei ciò che sei e sei ciò che sai: ciò che sei lo paghi al prezzo della coscienza, ciò che sai a quello dell’esperienza.
Alcuni annaspano nel mare delle proprie frustrazioni e vorrebbero che fossero gli altri ad assumersi la colpa di averli fatti sbattere contro scogli immaginari.
E se su ogni strappo provvedessi a metterci una pezza, mi resterebbero solo toppe e nessun vestito.
Ho un problema nella valutazione degli individui! Quelli gettonati li valuto due soldi bucati da riporre in una tasca scucita di pantaloni di bassa sartoria e, quelli apparentemente sempre nell’ombra, per me valgono oro! Ora i punti sono due: o io non so riconoscere il valore delle persone e sono una psicotica che se ne va controcorrente rispetto alla massa informe, oppure sono gli altri che si avvicinano alle persone in base alla presunta fama che quest’ultime si costruiscono ipocritamente attorno, quasi fosse un’aurea luminescente, per scoprire poi che sono dei lanternini che si fanno scazzare dalle falene stupide che continuano a ronzarci e sbatterci contro!
Questo desiderio della stabilità, del sondabile, della gestione di sé, di tutto. C’è chi non ha capito che il mondo non va sempre di moto rettilineo uniforme, ma che esiste la forza di gravità, l’oscillazione, che ogni inerzia viene deviata da forze imperscrutabili ed imprevedibili. L’imprevisto. Quando ci farà i conti la sua vita sarà doppiamente sconvolta poiché mai avrebbe contemplato, nel suo fittizio ordine mentale, questa variabile.
Forse che nascere due volte ci affrancherebbe dal riproporre i medesimi nostri errori? No di certo! Sarebbero doppiamente gravi, doppiamente voluti, doppiamente ricercati.
Le persone che ti metti accanto riescono a tirare fuori da te il meglio o il peggio a seconda se sono il meglio o il peggio per te.
Parto dall’idea, forse limitante, stando al grande male di vivere che rinvengo tra i pochi eletti che possano contare sulla bellezza mentale, che chi abbia intelligenza da vendere e la testa pensante, quella dove dentro si affollano scriteriati punti di vista sulle ovvietà esistenziali che non sfiorano neanche di striscio la cognizione dei più, allora, ci possano essere tante motivazioni, ispirazioni, “tendenze a”, tra le più disparate, tra le meno attinenti ed aderenti alla realtà, ma ci sono, tragicamente ed in questo “tragicamente”, anche un po’ imbastardito dal “dannatamente”, io ci ritrovo la mia motivazione ad essere.
Si deve sempre prendere coscienza di quel che non si sa essere, di quel che non si sa fare, di dove non si può arrivare, di come non si sappia arrivare.
Sono molti gli affamati. Fame vera, fame di sentimenti e valori, di desideri. Sono quegli stessi affamati che, qualora venisse dato loro un tozzo di pane, non lo condividerebbero mai con chi gli sta accanto e sta per morire di stenti, per il puro gusto di sentirsi i re del niente nel possedere quel pochissimo che, comunque, all’altro manca ed esercitare un fittizio potere fatto di alterigia e superbia.
– Quanto può essere grande un momento?- Tutta una vita già fatta e che finisce, iniziando da quel momento in poi.
Le relazioni umane oscillano nel dispiegarsi di una dialettica costante: devo stare zitta o gli do uno sganassone!
Bisogna chiedere il permesso prima di rendere felice qualcuno, molti non vogliono essere salvati.