Mario Calabresi – Vita
Gli oggetti ci sopravvivono, gli dedichiamo più tempo che a qualunque amico, ma è giusto così, perché rappresentano la continuità.
Gli oggetti ci sopravvivono, gli dedichiamo più tempo che a qualunque amico, ma è giusto così, perché rappresentano la continuità.
Ci si vuole raccontare che tutto è semplice, facile, che la fatica può essere eliminata dalle nostre vite.
Il passato è il libro più interessante che si possa leggere.
Ho scommesso sulla vita, cos’altro potevo fare a venticinque anni con due bambini piccoli tra le mani e un terzo in arrivo? Mi sono data da fare tutti i giorni, unico antidoto alla depressione, e ho cercato di vaccinarvi all’accidia, dall’odio, dalla condanna ad essere vittime rabbiose. Questo non significa essere arrendevoli o mettere la testa sotto la sabbia. Significa battersi per avere verità e giustizia e continuare a vivere rinnovando ogni giorno la memoria. Fare diversamente significherebbe piegarsi totalmente al gesto dei terroristi, laciar vincere la cultura della morte.
La reclusione dei condannati non ci ha mai restituito nulla, non è mai stata di consolazione. Contano di più le sentenze, l’impegno dello Stato a cercare la verità e a dare giustizia. A casa abbiamo sempre provato fastidio quando ci veniva chiesto di dare o meno il via libera a una scarcerazione o a una grazia, perché rifiutiamo questa idea medioevale che i parenti di una vittima decidano della sorte di chi è ritenuto colpevole.
Mamma trovò dentro di sé reglole chiare su come dovevamo comportarci: mai una polemica, mai una parola di troppo, rispetto e gentilezza per tutti e soprattutto fiducia nella magistratura. “Non cerchiamo vendette, cerchiamo giustizia e accetteremo i verdetti che verranno” ci disse con chiarezza all’alba della prima udienza, mentre eravamo seduti un cucina. “Ho fatto di tutto perché non cresceste nel rancore e nell’odio e non voglio certo che adesso si rovini tutto.”
Mi irrita questo uso automatico del “tu”, accade con chiunque, dopo un attimo. Mi irrita perché si ostentano rapporti amichevoli e fraterni in un’epoca ostile alla fratellanza. È una cosa falsa.
Mi irrita questo uso automatico del “tu”, accade con chiunque, dopo un attimo. Mi irrita…