Mary Auriemma – Stati d’Animo
Mi piacerebbe che qualcuno, al posto di un semplice: “Ti vanno due chiacchiere?”. Mi dicesse soltanto: “Ti va un abbraccio?”, e che lo faccia senza attendere una mia risposta.
Mi piacerebbe che qualcuno, al posto di un semplice: “Ti vanno due chiacchiere?”. Mi dicesse soltanto: “Ti va un abbraccio?”, e che lo faccia senza attendere una mia risposta.
C’è chi dice che un abbraccio sia vero se mentre ti stringono ti tolgono il fiato. Io ho provato abbracci dati con gli occhi, che stringevano molto di più.
Le promesse di alcuni uomini sono l’equivalente di un “lunedì inizio la dieta” di una donna.
Ci sono dei giorni che alcune canzoni non andrebbero ascoltate. Ogni parola è un pugno allo stomaco.
Abbiamo tutti bisogno di attenzioni. Come dire “mi vedi? Ci sono anche io”. Un abbraccio quando si è tristi, un “dammi la mano, così non ho paura”, “hai freddo? Ti faccio da giacca io.” Perché credo che un piccolo gesto possa migliorare la giornata.
Perché le persone non sono come si vedono nei film? Quelle sempre pronte a far tutto per non perderti, quelle pronte a distruggere tutto pur di dimostrarti qualcosa, pronte a girarsi il mondo anche solo vederti per cinque minuti. Ecco, di queste piccole cose avrei bisogno.
La fregatura poi sono i ricordi. I baci rubati, quelli dati all’ultimo secondo prima di andare via. Quelle notti rimasti a parlare, dove ti si chiudevano gli occhi dal sonno ma tu non volevi saperne di salutarlo. Le canzoni dedicate. Gli abbracci inaspettati, le mani che si intrecciavano, le ore passate ad aspettare un sms con un banalissimo “mi manchi, dove sei?”. Sì, ti fregano.
Ho un debole per le persone che sanno restare. Quelle che riescono a farti notare quei piccoli dettagli, un abbraccio inaspettato, quelli che riescono a dire tutto. Un bacio rubato, gli sguardi, i sorrisi che riescono ad imbarazzarti. A volte basta un dettaglio per far innamorare, per colpire.
C’è davvero tutto in un solo abbraccio. Ti parlano, ma solo chi sa ascoltarli riuscirà a capire che lì sono racchiuse tutte le paure, tutte le parole non dette, come ad esempio “resta qui perché ho bisogno di te”, “ci sono io adesso”, “non ti lascerò”.
Guardarsi allo specchio e vedersi costantemente come “qualcosa da buttare”. Come quando apri l’armadio e la prima cosa che fai è buttare via vecchi maglioni che non piacciono più.
Le persone insicure hanno bisogno di continue attenzioni. Di qualcuno che le dedichi tutto il suo tempo, per un bacio, per un film e una cioccolata, per sedersi su di una qualsiasi panchina e guardare il cielo, che le abbracci e poi non sparisca. Qualcuno che le faccia sentire “belle”. Le persone insicure come me hanno bisogno di “presenze”. Costantemente.
Odio i “prenditi cura di te”, “cerca di essere felice anche senza di me”, i “non ti merito”. Li odio perché il più delle volte vorremmo che fosse “quella” persona a prendersi cura di noi, a renderci felici. Ma loro non sanno che le persone non cambiano i sentimenti a seconda delle frasi di circostanza. Dovrebbero imparare di più a dire’mi prenderò cura io di te, ci sono e resterò anche se non sarà facile.
Non mi sento affatto vuota, anzi, sono piena. Mi sento piena. La testa piena di cose che non ho detto. Mi sento piena di te e non riesco più a trattenerti dentro. Piena di rabbia e tristezza. Così piena che mi sento allagare dentro. Eppure mi è sempre piaciuto essere piena. Avrei voluto continuare ad essere piena di sorrisi, anche piena di pianti ma di gioia, piena di felicità, piena di abbracci, con gli occhi pieni di qualcuno. Invece mi ritrovo gli occhi pieni di lacrime.
Ci sono alcuni pezzi di canzoni che noterai sempre di più, soltanto perché ti ricorderanno quel qualcuno che non riesci a dimenticare.
C’è chi vive d’istanti,chi invece distanti.
Le persone che spesso dicono “ci tengo a te”, dovrebbero sapere che al primo intoppo invece di mollarti, dovrebbero appunto “tenerti”.
In un tuo abbraccio forte, silenziosamente la mia anima riesce ad uscire fuori per abbracciare il tuo cuore.Insieme i nostri difetti diventano la perfezione.