Michelangelo Da Pisa – Frasi d’Amore
È sufficiente che il suo sguardo distratto si adagi sui miei occhi affinché il respiro indossi i panni del sospiro, inspirando azoto, ossigeno e lei.
È sufficiente che il suo sguardo distratto si adagi sui miei occhi affinché il respiro indossi i panni del sospiro, inspirando azoto, ossigeno e lei.
Tutto mi scivola addosso, impermeabile a parole, tempo, solitudine, quasi… Ho un’impercettibile crepa nella quale si insinuano ritmicamente gocce di momenti. Ammiro la loro costanza nello scavarmi, nel trovare un varco nel mio orgoglio. Ed è uno stillicidio di te.
Come sottofondo c’era il “Notturno” di Chopin, recitava “Cet amour” di Prévert, dinanzi a “Les Amants” di Magritte. Poi accavallò le gambe e tuffò il suo sguardo nel mio silenzio, opera d’arte tra le opere d’arte.
Qualcuno può pensare che siamo solo bersagli inconsapevoli di codice genetico volto alla riproduzione e che coloriamo di sentimento una mera pulsione sessuale, come quella di un dromedario, di un armadillo, di un castoro. Ogni essere vivente si accoppia, è vero, l’uomo forse maschera questo istinto biologico con inviti a cena, dedicando canzoni, facendo regali inutili, copiando frasi ad effetto, condividendo tramonti d’agosto, cercando di ornare con pizzi e merletti una stoffa poco pregiata, tentando di poetizzare un istinto. Lo chiamano amore, ma di esso quanto siamo artefici? E quanto siamo vittime? Non lo so, perché quando lo vivi, ogni dubbio apre le ali e si tramuta in sogno.
Lo ricordo distintamente. Aveva la guancia sul mio petto. “Va tutto bene” le ripetevo, quasi a voler convincere me. Continuai a carezzarle i capelli finché le mie dita non vi restarono impigliate. “Che coincidenza”, pensai, accade lo stesso ai miei occhi tutte le volte che carezzano i tuoi.
Delle emozioni o ne sei complice o ne sei vittima. Tutto il resto è inutile orpello.
Era essenzialmente una questione di armonia cromatica, il verde dei suoi occhi s’intonava perfettamente con il nero delle mie paure.
Quando asserite “Vorrei un amore da film”, di quale cortometraggio state parlando esattamente?
L’amore è infettivo, sono gli anticorpi che ci fregano.
Le altre donne erano per me la conferma che tu fossi l’eccezione.
C’è chi divide i propri giorni, prestando ore, minuti, sottraendoli a se stesso. E poi c’è chi condivide la propria vita, ogni sorriso, alba, frazione di pensiero, ignorando il tempo, umiliandolo per fartene dono.
La gelosia è quella curiosa convinzione di poter trattenere un oggetto mentre ci si insapona le mani.
Nel suo sguardo c’era il tormento di ciò che era stato e la dolcezza di ciò che avrebbe voluto. Era quel miscuglio informe di emozioni che dissetava le mie giornate, dando un perché ai miei forse.
Non ho mai respirato in un posto sbagliato in compagnia della persona giusta.
Pensavo fosse amore e invece era solo un’ottima bottiglia di rum.
È noioso riciclare la plastica, è triste riciclare un regalo, è patetico riciclare un pensiero, ma è squallido riciclare una dedica d’amore.
In amore ho provato a fuggire, ho provato a restare, ho provato ad aspettare, non ho mai vinto. La realtà è che in amore non si vince, non esiste una strategia dell’emozione, non ci sono espressioni algebriche per risolverlo o una formula che spieghi perché ti tremino le mani, un’equazione che risolva il mistero dei suoi occhi. Forse non so cosa sia l’amore, ne conosco gli effetti sul mio corpo, sul mio animo, ma se dovessi riempirlo di parole lo svilirei, denudandolo del suo incanto. Parliamoci chiaro, in amore vince solo chi ama, nonostante il tempo, nonostante le persone.