Michelangelo Da Pisa – Frasi d’Amore
Ingabbiare l’amore in una banale definizione è come tentare di catturare un tornado in una boccetta di profumo.
Ingabbiare l’amore in una banale definizione è come tentare di catturare un tornado in una boccetta di profumo.
Sfondano la tua vita come una tormenta di neve e ne escono in punta di piedi, in silenzio, con la distratta inconsapevolezza di non saper amare. Più si allontanano, più il laccio stringe e ti priva del respiro della normalità. Trovare la forza di sciogliere quel nodo è l’impresa più ardua e anche l’ovvio ti sembrerà un miracolo.
Quando intrecci le dita della tua donna non è un mero incastro di falangi, vuol dire: “Lo vedi? Dove termino io inizi tu.”
In amore ho provato a fuggire, ho provato a restare, ho provato ad aspettare, non ho mai vinto. La realtà è che in amore non si vince, non esiste una strategia dell’emozione, non ci sono espressioni algebriche per risolverlo o una formula che spieghi perché ti tremino le mani, un’equazione che risolva il mistero dei suoi occhi. Forse non so cosa sia l’amore, ne conosco gli effetti sul mio corpo, sul mio animo, ma se dovessi riempirlo di parole lo svilirei, denudandolo del suo incanto. Parliamoci chiaro, in amore vince solo chi ama, nonostante il tempo, nonostante le persone.
Il suo sguardo sgorgava direttamente dall’animo, ne sorseggiai un po’ con cautela, era potabile, dissetò il mio desidero, lavò le mie inquietudini.
Cuore e cervello: tra i due litiganti il fegato rode.
Agli amori riciclati, rattoppati, malati, va lucidamente staccata la spina che artificialmente li alimenta, perché all’inizio è speranza, poi subentra l’illusione, alla fine diventa accanimento terapeutico.
Puoi aprire casseforti, la mente, varchi, le gambe, ma tutto questo è tristemente banale. Vuoi essere una persona schifosamente trasgressiva? Prova ad aprire il tuo cuore.
Se una persona è gelosa del tuo passato, pensaci bene prima di donarle il tuo futuro.
Se ti stai chiedendo cosa saresti disposto a rinunciare per amore, non stai amando. Se ti stai chiedendo cosa faresti per un amico, l’amicizia è un concetto a te estraneo. Perché se misuri il limite di un affetto, quel sentimento lo stai solo vomitando, non vivendo.
Mi addormento con un sorriso ogni sera perché il mio ultimo pensiero è sistematicamente per te. Lo lancio in mare aperto con l’irragionevole certezza che troverà nel tuo sogno delle acque sicure, non nel porto, ma ancorato alla fonda del tuo animo, a portata di orizzonte.
Trascurai il cervello per ascoltare il cuore. Finii per rovinarmi il fegato. Optai dunque per una strage di farfalle nello stomaco.
Raramente guardavo in alto, nel suo sguardo c’era tutto il cielo di cui avevo bisogno.
Era un instancabile pendolare. Faceva la spola tra i suoi occhi e l’infinito.
Ragione e cuore sono due capoluoghi del mio corpo collegati dalla Salerno-Reggio Calabria.
Le dissi addio, ma non sapeva che fossi ateo. Il giorno dopo ero nuovamente da lei.
Mi ci sono affezionato perché l’ho visto nascere quando era un minuscolo mai, poi l’ho osservato crescere lentamente e trasformarsi in un adolescenziale, timido forse. Ora mi emoziono nel vedere quanto sublime e travagliata sia stata la metamorfosi di questo sì, una vita nella vita.