Samantha Avvelenata – Comportamento
Le persone che, in virtù dell’affetto o amore che provi per loro, si sentono autorizzate a tirare la corda all’inverosimile, con quella stessa corda farebbero bene ad impiccarsi.
Le persone che, in virtù dell’affetto o amore che provi per loro, si sentono autorizzate a tirare la corda all’inverosimile, con quella stessa corda farebbero bene ad impiccarsi.
Non puoi salvare chi non vuole essere salvato. Specie se il soggetto in questione è convinto di avere l’eterno sapere, condito da verità esclusiva, in tasca. E non basterà tutto l’amore del mondo né gli avvertimenti: una persona da poco sarà sempre attratta dal niente.Si salvi chi può. Decerebrati esclusi.
Soggetti come al mercato ed al migliore offerente. Non è comunque chiaro se sia quello dell’usato, in periodo di saldi.
Le storie finiscono sempre così. Con l’amore che un bel giorno se ne va altrove.
L’amore è una cosa che si deve apprendere da bambini. Se nessuno te lo insegna parti svantaggiato. Non è che io non sappia amare. Sono sicura di saper amare in un modo che spaventa. Ma non so amare me stessa, nonostante mi impegni nell’impresa.
Cercarsi con la certezza di tenersi sempre per mano, nonostante tutto.
L’odio, così come l’amore, è un sentimento importante, che va meritato. Lui non s’è meritato il mio amore in passato, men che meno si merita il mio odio presente e futuro. L’indifferenza è tutto ciò che posso concedergli.
Di un amore, certe volte, non si salvano e non ti salvano nemmeno i ricordi.
Ci sono persone che non fanno nulla per apparire, eppure basta la loro presenza per riempire ogni angolo di una luce diversa. Ci sono persone che non scegli, te le trovi semplicemente accanto per caso, e pur non facendo niente per conquistarti, ti conquistano comunque. Queste persone, pur distanti, le percepisci costantemente vicine. Vicine al tuo modo di essere, fare, pensare. Sono persone speciali, perché sanno rendere speciale perfino un silenzio.
Resta che ad ogni nuovo colpo che ti infliggono, lo spazio per far posto alla fiducia è sempre più esiguo.
Non c’è nulla di eterno in un amore. Tranne l’assenza che segue quando questo poi finisce.
Non era una storia nuova. Era talmente usata, benché in poco tempo, che ho finito con l’usarla per farmi del male consapevolmente.
Credo ai grandi amori solo quando posso guardarli negli occhi.
Sono gli amori distratti, appena accennati, gli amori guardinghi, quelli che si osservano di sottecchi piuttosto che lasciare spazio alla complicità; sono gli amori annoiati, gli amori recitati, ed anche riciclati, gli amori presunti e quelli supposti; sono gli amori egoisti, gli amori fatui, quelli vanesi che chiedono conferme ma non ne danno. Quegli amori che servono solo ad appagare un ego distorto e non a ricucire un cuore rotto. Sono gli amori impalpabili, felpati, eterei, quelli che di fatto ci sono ma che dentro l’anima passano come una folata di vento senza lasciare nulla del loro passaggio; gli amori ingabbiati, convenzionali, gli amori soli benché in coppia. Sono quelli che ci ostiniamo a chiamare amore, ma che all’amore non somigliano nemmeno da lontano.
L’amore non si spiega perché due persone debbano fare dei giri immensi prima di ritrovarsi. Non si spiega perché per amarsi prima sia necessario perfino odiarsi un po’. L’amore non ci spiega, non lo dice, come sia possibile stare bene tra le braccia del proprio “nemico”. L’amore non me lo spiega perché io ora sono qui a scriverti che non potevo fare scelta migliore se non quella di averti accanto.
L’amore non dimentica. L’amore ti riconosce e ti viene a cercare. Ti trova, anche in un accenno, in una frase, in un ricordo. L’amore lo si sente, anche a distanza.
Chiamiamo nostalgia quella sensazione indefinibile che ci porta a credere di sentire la mancanza di un luogo, una situazione o una persona. Che, comunque, non sono mai come noi li ricordiamo, immaginiamo, sogniamo a tutt’oggi. La lontananza tende a sbiadire i ricordi ma anche a migliorarli. Purtroppo. Facendoci correre il rischio di incorrere in cocenti delusioni nel caso ci si trovasse a viverli di nuovo. Nell’eventualità non ci resterà che fare mea culpa. Oppure prendercela con la nostra parte razionale, che avrà deciso di entrare in sciopero proprio in quel momento.