Tania Memoli – Uomini & Donne
“Mia” è l’espressione che assume tra le labbra del suo uomo che ha il potere di scuoterla, come se fosse la più sacra delle preghiere, da creare in lei una sorta di turbamento da renderla sua schiava.
“Mia” è l’espressione che assume tra le labbra del suo uomo che ha il potere di scuoterla, come se fosse la più sacra delle preghiere, da creare in lei una sorta di turbamento da renderla sua schiava.
Non avessimo bisogno delle donne, saremmo tutti signori.
Attento a frequentare le gatte morte, potresti fare la fine del sorcio.
Viaggiavo in autostrada, questa estate, in compagnia di una amica portogruarese, che chiamerò Olga, una passeggera piuttosto loquace, di quelle che non smettono mai di parlare contribuendo così a mantenerti bene sveglio. Suona un cellulare, è il suo. Lei prosegue a divulgare il suo verbo al mondo e intanto apre la borsetta e fruga, rovista e scandaglia, ma il telefono continua a squillare, con una di quelle suonerie petulanti che ti fanno innervosire; infine Olga si dà una manata sulla fronte e piagnucola: “Oddio! Vuoi vedere che l’ho dimenticato a casa?”
Le donne non ti perdonano mai una bugia. Nemmeno se è a fin di bene.
Lei aveva lasciato la spiaggia allontanandosi di corsa, senza girarsi, le faceva troppo male, il ricordo dei giorni, mesi, anni, passati in quel luogo con lui era bruciante come una lama di fuoco, appena un’anno prima i sogni erano intatti, oggi rimaneva solo il rimpianto e quella conchiglia che le cantava ancora la musica della felicità perduta.
Abbassare la testa io? No, tu sogni ad occhi aperti. Io non abbasserò mai la testa. Camminerò sempre a testa alta e ti fisserò sempre negli occhi!