Teena Brandon – Sogno
Spesso non è gran cosa svegliarsi col sorriso, perché dopo brevi attimi ti accorgi che quello per cui stai sorridendo era tutto un sogno.
Spesso non è gran cosa svegliarsi col sorriso, perché dopo brevi attimi ti accorgi che quello per cui stai sorridendo era tutto un sogno.
Mi chiesero cosa fosse più importante per me: Vivere o sognare; Io rispose che sono importanti ugualmente, perché sogno la mia vita, vivendo i miei sogni. Impossibile; mi dissero. Perché la mia vita non arriva da altri luoghi, è tutta qui, qui dentro di me. E dentro di me, niente è impossibile e niente è statico o costante; risposi.
A volte c’è bisogno di chiudere gli occhi per vivere, entrare in un sogno, dove ogni pensiero prende forma, perdersi in un volo infinito, lasciandosi trasportare dal vento e crearsi un amore unico, che solo un sogno ti può dare, per poi riaprirli e sentirsi leggeri, perché anche se per un breve attimo si è accarezzato un pizzico di realtà.
Ho nell’anima semplici emozioni, sani interessi, abbozzate dalle sfumature del mio cuore. Lasciatemi sognare, donatemi un cielo limpido, dove io possa volare.
Inseguire i propri sogni è come rincorrere l’orizzonte del mare. Raggiungerlo è impossibile, ma esserci dentro è la conquista più grande.
Bussa alla porta dei tuoi sogni senza arrenderti mai, persevera, prima o poi uno di loro ti aprirà!
Il proposito che lo guidava non era impossibile, anche se soprannaturale. Voleva sognare un uomo: voleva sognarlo con minuziosa interezza e imporlo alla realtà…Comprese che l’impegno di modellare la materia incoerente e vertiginosa di cui si compongono i sogni è il più arduo che possa assumere un uomo, anche se penetri tutti gli enigmi dell’ordine superiore e dell’inferiore: molto più arduo che tessere una corda di sabbia o monetare il vento senza volto…Sognò un uomo intero, un giovane, che però non si levava, né parlava, né poteva aprire gli occhi. Per notti e notti continuò a sognarlo addormentato…Nelle cosmogonie gnostiche, i demiurgi impastano un rosso Adamo che non riesce ad alzarsi in piedi; così inabile, rozzo ed elementare come quest’Adamo di polvere, era l’Adamo di sogno che le notti del mago avevano fabbricato…Nel sonno dell’uomo che lo sognava, il sognato si svegliò. […]Prima (perché non sapesse mai che era un fantasma, perché si credesse un uomo come gli altri) gl’infuse l’oblivio totale dei suoi anni di apprendistato…Non essere un uomo, essere la proiezione del sogno di un altr’uomo: che umiliazione incomparabile, che vertigine!.Andò incontro ai gironi di fuoco: che non morsero la sua carne, che lo accarezzarono e inondarono senza calore e senza combustione…Con sollievo, con umiliazione, con terrore, comprese che era anche lui una parvenza, che un altro stava sognandolo…