Thomas Woodrow Wilson – Frasi d’Amicizia
L’amicizia è l’unico cemento capace di tenere il mondo assieme.
L’amicizia è l’unico cemento capace di tenere il mondo assieme.
L’amicizia è l’amore incessante tra due persone consapevoli d’imparare sempre più dalla parola Amore.
Ho imparato che non esiste l’amicizia, esiste soltanto il rispetto di poche persone che non ti usano quando e finché fa comodo a loro. Ho imparato che non esiste l’amicizia, ma esiste il voler esserci oppure no. Ho imparato che non esiste l’amicizia, esistiamo persone che scegliamo di definire, gli altri, amici; perché dal loro parlare, agire, confidare, donare, abbiamo ricevuto sempre e solamente del bene e mai una parola di odio, mai un’azione di distruzione, mai un agire imprudente. Adesso so che l’amicizia non esiste, esistiamo soltanto anime che nel caos del mondo, per la solitudine e la sofferenza che proviamo, dopo aver subìto ingiustizie e malvagità, abbiamo pregato per incontrare altri occhi in lacrime, altre voci inascoltate, altri folli di buona volontà, per unirci e poterci definire amici. L’amicizia non esiste, ma esistiamo noi che ci facciamo compagnia tra qualche piccolo gesto gentile, semplici parole di pace e fedeltà, nella giusta condivisione del rispetto reciproco tra cadute sul limite del cammino, che tutti facciamo, e la capacità di darsi le mani per aiutarsi a rialzarsi chiedendo scusa e perdonando. L’amicizia non esiste, siamo noi che scegliamo di destinarci ad essere amici o nemici.
La vera amicizia non ha bisogno né di parole né di rassicurazioni.
Ci sono persone che entrano nella tua vita a cui non servono le tue parole, perché loro le sapranno leggere nei tuoi occhi.
Ci sono almeno quattro tipi di amici: quelli che ti chiedono un favore; quelli che ti dicono che sono impossibilitati a fartelo e se ne dolgono; quelli che ti propongono di scambiarlo con un altro più vantaggioso (per loro); quelli che si butterebbero nel fuoco per fartelo, ma non in questo momento nel quale hai bisogno e, infine, quelli che te lo fanno senza che tu glielo chieda, ma questi non si mostreranno e tu non lo saprai mai.
Il carnevale di periferia dissonava con gli altri, non vedevi pennacchi di indiani, vestiti di cowboy, pistole e frecce, damigelle e fatine, a limite potevi fermarti a guardare alcune stelle filanti passate per caso. Però, non mancavano mai i coriandoli, passavamo giornate a lavoro per ricavarli dal taglia carta gigante del padre di Roberto. Ogni carnevale, alle tre di pomeriggio, aprivamo il garage al pubblico e distribuivamo buste di coriandoli ai conoscenti, ai compagni di scuola e ai nemici. Non ho mai amato il carnevale, ma quei pomeriggi sono rimasti impigliati nella gola.