Vincenza Vitale – Vita
Bisogna vivere la vita con coraggio ed umiltà. Chi non sa da che parte andare, chi crede di poter arrivare ovunque, non va da nessuna parte.
Bisogna vivere la vita con coraggio ed umiltà. Chi non sa da che parte andare, chi crede di poter arrivare ovunque, non va da nessuna parte.
Noi siamo tutto ciò che il nostro passato ci ha fatto diventare. A volte la vita, le persone, le circostanze, tutto influenza il nostro modo di essere e ci forma nel carattere e nella persona che diventeremo. Spesso, non riusciamo a svelarci subito perché alziamo delle barriere per proteggerci, senza neanche rendercene conto, soltanto per paura. Ma ho capito che, se incontri chi ci tiene davvero a sapere chi sei, abbatte tutto e riesce ad entrarti nel cuore, a vedere di te anche quello che tieni nascosto a te stessa.
Le parole vuote hanno bisogno di gesti eclatanti, mentre le parole che vengono dette col cuore basta anche uno sguardo.
Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, è la legge che non è uguale davanti ai cittadini.
La vita è come un libro da leggere… o meglio tanti libri da leggere: uno per ogni anno, con dodici capitoli, (tanti quanti sono i mesi), ogni capitolo trenta pagine, i giorni dei mesi. La pagina che hai letto è ieri, la pagina che stai leggendo è oggi, la pagina che leggerai, domani. È un libro che leggi ma che devi anche scrivere perché man mano che “leggi” le pagine si sbiadiscono e restano solo poche righe o solo qualche traccia, come nella tua memoria. E allora se vuoi che il “tuo libro” rimanga nel tempo lo devi riempire, magari con ciò che ti fa piacere, ma anche con episodi significativi, e forse un giorno potrai rileggere la tua vita con occhi di spettatore e non più di protagonista, rivedere te stesso come dentro un replay.
Si, nella vita ci sono uomini fiacchi, incapaci di superarsi. Di una felicità mediocre fanno la loro felicità, dopo aver soffocato la parte migliore di sé. Essi si fermano in una locanda per tutta la vita. Si coprono d’infamia. Essi chiamano felicità il marciume sulle loro misere provviste. Rifiutano di avere dei nemici al di fuori e dentro di sé. Rinunciano ad ascoltare la voce di Dio che è necessità, ricerca e sete indicibile. Ma io ti prego per me: svegliami, Signore. Alla vita viva.
Non rimpiango niente di ciò che ho fatto, se l’ho fatto è perché l’ho voluto io e certo è che non posso dare la colpa a nessuno dei miei errori, ma non mi voglio neanche assumere la responsabilità di quelli altrui, ognuno si tenga le sue.