Vincenzo Costantino – Tristezza
Cercai di graffiarmi dentro per placcare queste lacrime di sconfitta, qualsiasi cosa cercavo di dare non bastava mai nel mettere tutto me stesso.
Cercai di graffiarmi dentro per placcare queste lacrime di sconfitta, qualsiasi cosa cercavo di dare non bastava mai nel mettere tutto me stesso.
Il silenzio può aiutare a capire e a guarire. È necessario per comprendere ciò che un cuore ferito urla e quello di cui ha più bisogno per non morire. In alcuni casi ti fa sentire come rinchiuso in una gabbia fatta di solitudine e tristezza escludendoti da tutto quello che ti gira intorno: sono i momenti nei quali necessiti maggiormente di quel calore che non riesci a trovare.
È come un verme solitario, il dolore. Ti entra dentro senza accorgertene, ti strappa via fino all’ultimo pezzo di anima. E non lascia più niente. E diventi invisibile, per te stesso, per gli altri. Rimani da solo con lui. Rimani da solo.
Anche quando sei stato travolto dalle tempeste, non ho mai visto nei tuoi occhi la tristezza. Ti sei sempre aggrappato alla vita con tutte le tue forze, anche quando il cielo sembrava “chiuso” e le stelle sembravano cadere. Hai chinato le spalle, ma mai il tuo animo, e non immagini quanto io lo ami. Mi infondi tanta sicurezza ogni volta che passa una nuvola e tu la guardi e la lasci andare. Ed io vorrei tesoro mio “darti” le parole più belle per farti comprendere che la mia più grande emozione porta il tuo nome!
Addio papà. Mi lasci con l’animo in tumulto ed un vuoto che non potrà essere più colmato.
Ho la sensazione di aver smarrito l’anima da qualche parte, o forse si è impantanata nel cuore selvaggio della donna che amai, tutte le volte che incrocio i suoi occhi, il suo corpo il suo profumo è come se me la restituisse (l’anima) ed io in quei momenti mi sento dolorosamente integro.
Dove c’è stata una lacrima, un tempo c’era un sorriso che parlava d’amore.