Il male, a piccole dosi, lo ingeriamo e lo somministriamo tutti. Ma di affascinante non ha granché. Il male è una gran vigliaccata. La prepotenza non ha spirito. La prepotenza è un cancro. Il male non si può definire… Il male è il male. Come non si può definire il bene, né l’amore. Sono concetti assoluti, hanno solo sfumature. Il male è un grosso contenitore.
La grandezza, è dei grandi quando questa, è innalzata dall’umiltà.
Il cuore dello stupido è nella sua bocca, ma la bocca del saggio è nel suo cuore.
Chi non vuole essere consigliato non potrà essere aiutato.
Gli amministratori disonesti della chiesa sono le spine della corona che cinge e perfòra il capo di Cristo. Gli amministratori disonesti della repubblica sono la causa della decadenza di tutte le istituzioni.
I proverbi sono la saggezza massima dei popoli creati di generazione in generazione, perciò è il sillabario della vita, e come tale, ogni uomo deve impararlo sin da piccolo.
E poiché non dimentichiamo le cose solo perché non contano, ma le dimentichiamo anche perché contano troppo (perché ciascuno di noi ricorda e dimentica secondo uno schema labirintico che rappresenta un segno di riconoscimento non meno caratteristico di un’impronta digitale), non c’è da meravigliarsi se le schegge di realtà che una persona terrà in gran conto come parti della propria biografia potranno sembrare a qualcun altro che, diciamo, ha per caso consumato diecimila cene allo stesso tavolo da cucina, una deliberata escursione nella mitomania.