Walter Di Gemma – Comportamento
I parassiti sono soliti dare dell’egoista a chi si accorge di loro e non è più disposto a dare il suo sangue.
I parassiti sono soliti dare dell’egoista a chi si accorge di loro e non è più disposto a dare il suo sangue.
Siamo capaci di creare cose belle anche da soli, ma la vera gioia è la condivisione. Possiamo darci un bacio da soli, oppure un abbraccio? No, per questo ci sono altre anime in giro, in cerca di bellezza quanto noi!
Io voglio essere un bisogno. Voglio essere fame insaziabile. Voglio essere quegli occhi che cerca tra i passanti. Voglio essere notti insonni. Voglio essere un pomeriggio di sole. Ma, soprattutto, voglio essere quel nome che porta sempre sulle labbra e quella mancanza che deve colmare. Voglio essere tempesta. Felicità. Voglio essere, per lei, qualcuno senza il quale non può vivere. Voglio essere il suo respiro. Il suo tempo. Il suo sorriso.
Se vuoi essere amato per quello che sei, non fingere di essere qualcun altro e…
Tu hai scelto di andartene ed io di non tornare.
Immedesimarsi nel vivere altrui, è un atto di apertura verso la condivisione, necessaria ad abbattere le barriere dell’indifferenza. Indifferenza che è veleno dei giorni nostri.
E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l’ultimo Altro, anzi l’unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d’amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all’indecenza.
Siamo capaci di creare cose belle anche da soli, ma la vera gioia è la condivisione. Possiamo darci un bacio da soli, oppure un abbraccio? No, per questo ci sono altre anime in giro, in cerca di bellezza quanto noi!
Io voglio essere un bisogno. Voglio essere fame insaziabile. Voglio essere quegli occhi che cerca tra i passanti. Voglio essere notti insonni. Voglio essere un pomeriggio di sole. Ma, soprattutto, voglio essere quel nome che porta sempre sulle labbra e quella mancanza che deve colmare. Voglio essere tempesta. Felicità. Voglio essere, per lei, qualcuno senza il quale non può vivere. Voglio essere il suo respiro. Il suo tempo. Il suo sorriso.
Se vuoi essere amato per quello che sei, non fingere di essere qualcun altro e…
Tu hai scelto di andartene ed io di non tornare.
Immedesimarsi nel vivere altrui, è un atto di apertura verso la condivisione, necessaria ad abbattere le barriere dell’indifferenza. Indifferenza che è veleno dei giorni nostri.
E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l’ultimo Altro, anzi l’unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d’amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all’indecenza.
Siamo capaci di creare cose belle anche da soli, ma la vera gioia è la condivisione. Possiamo darci un bacio da soli, oppure un abbraccio? No, per questo ci sono altre anime in giro, in cerca di bellezza quanto noi!
Io voglio essere un bisogno. Voglio essere fame insaziabile. Voglio essere quegli occhi che cerca tra i passanti. Voglio essere notti insonni. Voglio essere un pomeriggio di sole. Ma, soprattutto, voglio essere quel nome che porta sempre sulle labbra e quella mancanza che deve colmare. Voglio essere tempesta. Felicità. Voglio essere, per lei, qualcuno senza il quale non può vivere. Voglio essere il suo respiro. Il suo tempo. Il suo sorriso.
Se vuoi essere amato per quello che sei, non fingere di essere qualcun altro e…
Tu hai scelto di andartene ed io di non tornare.
Immedesimarsi nel vivere altrui, è un atto di apertura verso la condivisione, necessaria ad abbattere le barriere dell’indifferenza. Indifferenza che è veleno dei giorni nostri.
E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l’ultimo Altro, anzi l’unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d’amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all’indecenza.