William Shakespeare – Morte
Tutto ciò che vive deve morire, passando dalla natura all’eternità.
Tutto ciò che vive deve morire, passando dalla natura all’eternità.
Cosa c’è di più comune e di meno comune della morte. Muoiono tutti, ma ogni volta che muore qualcuno che conosci è come se fosse capodanno. Un capodanno alla rovescia. Un capodanno in cui ricacciare lo spumante nella bottiglia e forzargli dentro un tappo perché, se non la vita almeno la morte, abbia un senso.
La morte non viene una volta sola: quella che ci porta via è l’ultima morte.
Io donna mortale, presto assurta al cielo infinito dove troverò pace eterna tra le luci della notte…
Nessuno teme veramente la morte, ma molti temono di vivere soffrendo.
Ah, che i piccioni di Venere volano dieci volte più rapidi quando si tratta di suggellare i patti d’un amore pur ora nato, che non quando si tratta, all’incontro, di matenere fede alle promesse giurate.
Suolo battutofinestre per terra,visi d’infanziae volti di guerra,silenzio apparentedi ricordi lontani,angeli di pietra con levate le mani.Anche il fiore più belloqui dimora reciso,la sua strada è più breve,e non avrà il paradiso,accompagna soltantoper un breve secondo,dalle case al sepolcro,i maestri del mondo!
Cosa c’è di più comune e di meno comune della morte. Muoiono tutti, ma ogni volta che muore qualcuno che conosci è come se fosse capodanno. Un capodanno alla rovescia. Un capodanno in cui ricacciare lo spumante nella bottiglia e forzargli dentro un tappo perché, se non la vita almeno la morte, abbia un senso.
La morte non viene una volta sola: quella che ci porta via è l’ultima morte.
Io donna mortale, presto assurta al cielo infinito dove troverò pace eterna tra le luci della notte…
Nessuno teme veramente la morte, ma molti temono di vivere soffrendo.
Ah, che i piccioni di Venere volano dieci volte più rapidi quando si tratta di suggellare i patti d’un amore pur ora nato, che non quando si tratta, all’incontro, di matenere fede alle promesse giurate.
Suolo battutofinestre per terra,visi d’infanziae volti di guerra,silenzio apparentedi ricordi lontani,angeli di pietra con levate le mani.Anche il fiore più belloqui dimora reciso,la sua strada è più breve,e non avrà il paradiso,accompagna soltantoper un breve secondo,dalle case al sepolcro,i maestri del mondo!
Cosa c’è di più comune e di meno comune della morte. Muoiono tutti, ma ogni volta che muore qualcuno che conosci è come se fosse capodanno. Un capodanno alla rovescia. Un capodanno in cui ricacciare lo spumante nella bottiglia e forzargli dentro un tappo perché, se non la vita almeno la morte, abbia un senso.
La morte non viene una volta sola: quella che ci porta via è l’ultima morte.
Io donna mortale, presto assurta al cielo infinito dove troverò pace eterna tra le luci della notte…
Nessuno teme veramente la morte, ma molti temono di vivere soffrendo.
Ah, che i piccioni di Venere volano dieci volte più rapidi quando si tratta di suggellare i patti d’un amore pur ora nato, che non quando si tratta, all’incontro, di matenere fede alle promesse giurate.
Suolo battutofinestre per terra,visi d’infanziae volti di guerra,silenzio apparentedi ricordi lontani,angeli di pietra con levate le mani.Anche il fiore più belloqui dimora reciso,la sua strada è più breve,e non avrà il paradiso,accompagna soltantoper un breve secondo,dalle case al sepolcro,i maestri del mondo!