Ilaria Pasqualetti – Vita
È inutile rivangare il passato, pensare a ciò che è stato e che non tornerà, nel bene o nel male ci ha lasciato delle cicatrici importanti, è il presente che conta a va vissuto sempre al massimo.
È inutile rivangare il passato, pensare a ciò che è stato e che non tornerà, nel bene o nel male ci ha lasciato delle cicatrici importanti, è il presente che conta a va vissuto sempre al massimo.
Un giorno si incontrarono due conoscenti. Uno cominciò a fare all’altro un “sermone” sulla vita, sulla famiglia, sul bisogno di aiutare il prossimo. Quindi disse che aveva poco tempo poiché aveva alcuni impegni: la palestra, prenotare la vacanza, la cena con gli amici. L’altro ascoltò silenziosamente, quindi disse: “scusa anch’io avrei da fare; ci sono i miei cari che mi aspettano per andare prima in chiesa a pregare, e quindi per portare conforto ad un malato”. Morale: la lascio a te…
La mia è un’esistenza da contrappeso, pur risollevando le sorti altrui, scivolo sempre più giù negli abissi.
Un vaffanculo di cuore a tutte quelle teste di cazzo, che ho incontrato nella mia vita.
Accade che un giorno ti guardi allo specchio e non sei più tu. Osservi la fronte più ampia, il pozzo più scuro degli occhi, ti soffermi sull’intreccio sottile di rughe. Capisci di essere solo, non di esserlo diventato ma di esserlo stato da sempre. Si nasce e si muore soli, due eventi grandiosi con un unico protagonista e tra questi si evolve la vita che spesso è un monologo contraddittorio nel continuo tentativo di ovviare alla solitudine, un cercare di uscire da questa realtà intrinseca. Si tendono mani, si trovano occhi, si ascoltano voci, tutto per sentirsi meno perduti. L’errore più grande è voler mettere la propria felicità nelle mani di un altro. L’errore più grande è illudersi di non essere soli.
Sono stanca di dar spazio agli altri togliendolo a me, sono stanca di essere quella sempre pronta per tutti senza considerare che non lo sono mai per me stessa, sono stanca di tenere chiuse nel mio cuore le mie preoccupazioni per ascoltare quelle delle degli altri, stanca di nascondere che anche io posso aver bisogno di essere sostenuta esattamente come tutti gli altri.
Gli oggetti ci sopravvivono, gli dedichiamo più tempo che a qualunque amico, ma è giusto così, perché rappresentano la continuità.