Susanna Scarlata – Vita
Ce l’abbiamo negli occhi il male provato. Il dolore nascosto. E resta lì incatenato alla ringhiera di un’anima stufa di cattiveria.
Ce l’abbiamo negli occhi il male provato. Il dolore nascosto. E resta lì incatenato alla ringhiera di un’anima stufa di cattiveria.
Molto spesso le persone più importanti sono quelle più distanti dalle nostre braccia.
Se una strada che si sta percorrendo è tutta tortuosa, dissestata ed impraticabile, allora conviene abbandonarla per una nuova, quella giusta.
Quelli che masterizzano i dischi, li vendono per strada e sono dei criminali, però per Previti, Berlusconi, la guerra, le bombe intelligenti, Bush, Sharon…
Sapere quale strada bisogna percorrere, ma essere nati nel paio di scarpe sbagliate.
Il Distruttore, figlio del dio Sole, si mise in cerca un giorno di quattro streghe, perché voleva ucciderle.La prima che incontrò tremava e si torceva al suo cospetto, però non di paura. Freddo era il suo nome. “Se tu mi uccidi” disse “il caldo regnerà e il grano non potrà crescere senz’acqua che lo bagni.”Il Distruttore disse: “Vecchia hai ragione, io non ti ucciderò”.Fame era la seconda, ella così parlò: “Se tu mi uccidi il cibo verrà a noia alla tua gente”. Ed egli disse: “E vero, la gioia di ogni festa sparirebbe con te. Io non ti ucciderò”.La terza era Povertà. “Uccidimi” ella disse sono così infelice! Però sappi che morta io mai più i vestiti potranno consumarsi e la tua gente non avrà più il sapore delle cose nuove.Ed egli disse: “È vero, la mia gente gode degli abiti nuovi. Non ti ucciderò”.L’ultima strega, la più vecchia e curva, disse: “Se tu mi uccidi, la Gente non morirà mai più, né nuovi bambini nasceranno, al mondo sarà un popolo di vecchi.Lasciami andare e la Gente crescerà, giovani forti prenderanno il posto dei vecchi che prenderò per mano.Sono la Morte, amica non compresa della Gente.””Nemmeno te posso uccidere” concluse il Distruttore.È così che Morte, Miseria, Fame e Freddo, vivono tra di noi.Il figlio del Sole, tornato dal suo viaggio, spiegò a tutti quanti queste cose.
Anche se diventi “qualcuno”, senza umiltà resti niente e nessuno.