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    Ci chi crede nel destino e chi non ci crede. A questa teoria è facile smontare di chi ci crede ma con la stessa facilita si può smontare la teoria di chi non ci crede. Io sinceramente non credo nel destino in senso classico. Ognuno di noi a seconda delle nostre capacità e aspirazioni, abbiamo un posto nel mondo che un altro non potrà occupare. Semmai credere nel Fato con la convinzione che per ogni cose che ci succede ci sia una spiegazione logica. Se è vero che per alcune cose siamo dei predestinati, ma il libero arbitrio se veramente lo vogliamo ci permette alcune volte di dargli una buona svolta.

  • Stephen King – Destino

    Il peggio l’ho lasciato per ultimo. Possiamo declassificare la Principessa riportandola semplicemente alla vecchia Eva Hodges, sesso femminile, età anni quattro, ceppo caucasico. Nel tardo pomeriggio la sua carrozza si è ritrasformata in una zucca con quattro topi a tirarla. A guardarla, la si sarebbe detta perfettamente normale, nessuna traccia di raffreddore. È giù, certo: le manca la mamma. A parte questo, appare perfettamente normale. E invece se l’è beccata. Dopo pranzo la pressione ha prima registrato un calo, poi una risalita: questo è l’unico mezzo diagnostico che Denninger è riuscito fino a questo momento a escogitare. Prima di cena Denninger mi ha mostrato i vetrini del suo espettorato – come incentivo alla dieta, i vetrini dell’espettorato sono ineguagliabili, credetemi – e sono pieni di quei germi a ruota di carro che, dice lui, non sono affatto germi ma incubatrici. Non riesco a capire come sia possibile che lui sappia dov’è quest’affare e che aspetto ha, eppure non sia in grado di bloccarlo. Mi propina un sacco di paroloni, ma secondo me non capisce nemmeno lui.