Anna De Santis – Destino
E ti ritrovi un estraneo dopo tanto tempo… e continui da sola.
E ti ritrovi un estraneo dopo tanto tempo… e continui da sola.
Sono decisamente per la vecchia scuola, dove bastava una maestra per imparare tutto, ora non ne bastano 5 per non sapere niente.
Cammino piano, mi fermo, penso, rifletto, guardo dietro di me, poi corro ma non fuggo, giro l’angolo e mi fermo a guardare, osservo, non mi piace e allora ricomincio a correre, ho il fiatone, mi tocca rallentare. Ma dove sto andando? Non si fugge al destino.
Il labirinto. Anche noi, con un discreto bagaglio d’esperienza, in tutto questo casino non riusciamo più a consigliare la retta via, quando ancora noi stessi non riusciamo a venirne fuori.
Sono la voce che ti graffia l’anima quando ti manca il mio corpo. L’emozione di un tocco rubato. Un attimo infinito di passione. La pelle che possiedi ma non puoi indossare. Io sono il desiderio di ogni tuo giorno, il pensiero dei miei baci ti tiene sveglio la notte. Mi muovo nell’ombra della tua vita, io vivo per dar libertà al tuo amore quando le nostre mani si uniscono. Tutto ho di te ma nulla m’appartiene. Nessuno sa di me di noi se non le tue labbra che sussurrano il mio nome in quegli attimi che rubiamo ad un mondo che ci divide.
Forse il nostro destino è già tutto scritto, stampato e pubblicato nell’enciclopedia di ciò che sarà. A noi non è tenuto saperlo, a noi ci è stato dato il compito di vivere, di viverlo facendo si che si compia ciò che è gia inciso sulla nostra pelle. Vivendolo questo presente in un modo o nell’altro. Vivendo ciò che siamo e la nostra quotidianità, portiamo a far si che le pagine del destino si sfoglino, si avverino, si compiono. Ognuno di noi è alla scoperta del suo disegno, sogno, certezze. La cosa buffa è che ciò che cerchiamo è intriso e inciso soprattutto negli sbagli e nelle cadute e per scoprire il domani, e andare incontro al nostro destino; dobbiamo percorrere mille insicurezze, delusioni, amarezze per poterci afferrare alle redini delle certezze e consapevolezze. Ti sembrerà strano: “ma è così”.
L’alta velocita è la fretta che ti porta la morte.