Carmelo Crisafulli – Destino
Quand’è che si muore? Quando non si respira più? Quando non si ama più? Quando non si desidera più? O quando nessuno ti cerca più?
Quand’è che si muore? Quando non si respira più? Quando non si ama più? Quando non si desidera più? O quando nessuno ti cerca più?
Muti e soli. Ce ne stavamo rintanati in noi stessi. Compagni di pasto e di dolori. Panni stesi ai due capi di un filo. Pale eoliche che si intersecano solo in un punto, quello della loro ingenuità ferita. Rami diversi di uno stesso albero che si cibano di linfa di modi gentili e affetto fuso.
Spesso l’orizzonte è alle nostre spalle.
Il tempo… giudice supremo del destino.
Il destino di ogni essere umano è tracciato fin dalla sua nascita. Anzi fin dal suo concepimento e oltre; da sempre. La sua esistenza corre lungo un binario predestinato; più o meno diritto, più o meno tortuoso. La sua vita è una parabola più o meno corta, più o meno lunga. Più o meno felice, più o meno infelice. Essa, nonostante il libero arbitrio, è immutabile; così è scritto da sempre nel grande libro della vita che esiste fuori dal tempo e non ha ne principio, ne fine. Noi, poveri mortali, non possiamo conoscere il senso del nostro essere; lo sapremo soltanto quando ci sarà concesso di aprire gli occhi e la mente per prendere visione del grande disegno divino.
La realtà sta nel sopravviverenel stare bene, nella salutefottere fottere fotterefare quello che ci piaceio sto cercando questo e voi?
Il tempo lentamente cancella tutto, ma il ricordo è immortale e tornerà…