Chiara Libero – Felicità
Quando si ha paura a d’esser felici è perché s è sofferto troppo.
Quando si ha paura a d’esser felici è perché s è sofferto troppo.
La magia del Natale accarezza tutti coloro che praticano la gioia. Essi danno voce a quella parte, in fondo al loro cuore, che ha bisogno di brillare.
I soldi non fanno la felicità, ma la mancanza di soldi fa l’infelicità.
La felicità non è un’amante infedele che ci scivola nel letto la notte per scomparire e dileguarsi al mattino. La felicità è disegno instancabile, insieme di cerchi concentrici che si allontanano solo per sfuggire all’impatto e ritornare nel centro di un sogno più grande. Contiene il desiderio illimitato di non fermarsi all’arrivo di un sogno, ma di superarlo in volata e sorridendo sorprendersi, compiacersi, dirsi: “è di più”.
Non puoi rendere felice chi ti è accanto se prima non lo sei tu.
Una parte di noi muore di nostalgia, mentre l’altra lotta per “arraffare” uno spicchio di felicità.
Poiché noi siamo fatti in modo che paragoniamo tutti a noi stessi e noi stessi a tutti, la felicità o il dolore dipendono da coloro con i quali stiamo a contatto, e nulla è più pericoloso della solitudine. La nostra immaginazione, che è naturalmente portata ad elevarsi, alimentata dalle fantastiche immagini della poesia, si crea una schiera d’esseri fra i quali noi occupiamo l’ultimo posto; e all’infuori di noi tutto ci sembra splendido e ogni persona perfetta. E questo è naturalissimo. Spesso sentiamo che ci manca qualche cosa e, proprio quel che ci manca, ci sembra di trovarlo in un’altra persona alla quale attribuiamo tutto ciò che noi pure abbiamo, e inoltre una grazia ideale. Così immaginiamo l’uomo felice. Ed esso è una creatura della nostra fantasia.