Enrico Coraci – Felicità
Se non si vive per essere felici, che si vive a fare?
Se non si vive per essere felici, che si vive a fare?
Quando ti svegli puoi fare due cose: proseguire il tuo ieri, o inventare il tuo…
La felicità dovrebbe essere l’unica condizione della vita; dove la felicità è caduta, l’esistenza rimane un folle esperimento di lamenti.
Poiché noi siamo fatti in modo che paragoniamo tutti a noi stessi e noi stessi a tutti, la felicità o il dolore dipendono da coloro con i quali stiamo a contatto, e nulla è più pericoloso della solitudine. La nostra immaginazione, che è naturalmente portata ad elevarsi, alimentata dalle fantastiche immagini della poesia, si crea una schiera d’esseri fra i quali noi occupiamo l’ultimo posto; e all’infuori di noi tutto ci sembra splendido e ogni persona perfetta. E questo è naturalissimo. Spesso sentiamo che ci manca qualche cosa e, proprio quel che ci manca, ci sembra di trovarlo in un’altra persona alla quale attribuiamo tutto ciò che noi pure abbiamo, e inoltre una grazia ideale. Così immaginiamo l’uomo felice. Ed esso è una creatura della nostra fantasia.
L’ironia è l’adrenalina dell’intelletto.
Sentirsi liberi è di sicuro il modo migliore per esser felice, quella sensazione di armonia con il mondo intero.
Vorrei che la felicità fosse una strada, così da poterla percorrere… vorrei che la felicità avesse un prezzo… così da poterla acquistare… vorrei che la felicità avesse un volto… così da poterla ammirare… vorrei che la felicità emettesse un rumore… così da poterla ascoltare… vorrei che la felicità avesse un traguardo… così da poterla raggiungere.