Domenica Borghese – Felicità
Beata me, in quieta letizia.
Beata me, in quieta letizia.
Rispondere alle domande del censimento, ai cui dettanti legge non frega altro che il numero delle stanze della tua casa, se sei coniugato o no, se hai studiato o no, e poco altro, compreso se lavori o no, e alla fine? Rendersi conto di aver perso solo del tempo prezioso aspettando di ascoltare i risultati del censimento in percentuali al Tg o leggerli sui giornali. A nessuno importa se c’è chi è senza lavoro, senza casa, senza il diritto sacrosanto di vivere la propria vita dignitosamente mentre c’è chi vive nel lusso e nello sfarzo approfittando della scusa della crisi, inventata dagli stessi che vivono nel lusso e nello sfarzo, chiedendo al popolo di pagare più tasse, che se poi sei disoccupato e non puoi pagarle dove vai a prenderli i soldi per fare campare questi ladroni? Loro che tagliando i fondi alla sanità e alla scuola, rubano, nel vero senso della parola, a chi non ha un bel niente.
La felicità si può ottenere con ogni mezzo tranne che con i soldi. Questi ultimi, però, contribuiscono a mantenerla il più a lungo possibile.
Non si può vivere sempre felici, ma bisogna essere sempre felici di vivere.
Una volta si partiva alla ricerca dell’oro, ora si parte per cercare solo un po’ di felicità.
Ogni anno, nell’ultimo mese dell’anno, è la stessa storia: Qualcosa e Qualcuno, si mettono d’accordo, fanno le valigie, biglietti solo andata, escono dalla porta della mia vita e senza salutare vanno via. Ma erano solamente Qualcosa e Qualcuno, i Progetti importanti e le Persone giuste, scelgono sempre di restare.
Illudiamoci che la vita sia idilliaca, illudiamoci pure, illudiamoci che quel fango che copre ogni nostro passo un giorno non sarà più fango, illudiamoci di guardare le stelle mentre il fango succhia l’esistenza, Illudiamoci! Ma, non dimentichiamo che la vita non è un illusione, ma una delusione nell’illusione di attimi di felicità!