Angela Randisi – Figli e bambini
L’infinito non puoi toccarlo ma puoi vederlo nello sguardo di un bambino.
L’infinito non puoi toccarlo ma puoi vederlo nello sguardo di un bambino.
Tutti i bambini sono degli artisti, si divertono con poco, basta un foglio e dei pennarelli e il gioco è fatto. Poi da grandi perdono un po’ l’abitudine, ma tu Justin hai l’anima dai colori dell’arcobaleno. La tua mamma.
Sono una mamma e non aspetto la festa della mamma per gioire, perché so che il regalo più bello, lo vivo ogni giorno “crescendo, educando, amando” i miei miei figli, che riempiono le mie giornate con il dono della loro presenza, con quell’amore etereo, eterno unico. Sono loro la felicità più grande che nessuna festa potrà eguagliare.
Se avessi saputo che era possibile salvare tutti i bambini della Germania trasportandoli in Inghilterra, e soltanto la metà trasferendoli nella terra d’Israele, avrei scelto la seconda soluzione, a noi non interessa soltanto il numero di questi bambini ma il calcolo storico del popolo d’Israele.
“Papà, mamma, voglio andare a Parigi!”, esordii tutta fiera entrando in salotto.
Non è difficile amare un bambino, con quegli occhioni rivolti all’infinito e l’innocenza del non vissuto. Più complicato è amare quell’anziano, che torna bambino con il suo bagaglio di perduta innocenza e di vissuto.
E perché non avrei dovuto essere risentita a starmene lì seduta giorno dopo giorno, a pomparmi fuori 30 o 40 grammi di latte che la bambina probabilmente non avrebbe voluto… suppongo che la risposta fosse: avevo scoperto il vero amore. L’amore che ripaga la schiavitù e la stanchezza con un piccolo sorriso… ma che sorriso! Era più che sufficiente. La mia attuale prostrazione era in qualche modo più dolce di tutti i piaceri della mia vita passata.