Lella Mei – Figli e bambini
Ho imparato che pregare per chiedere per i miei figli non porta a nulla, ma pregare per ringraziare porta molto di più.
Ho imparato che pregare per chiedere per i miei figli non porta a nulla, ma pregare per ringraziare porta molto di più.
Sono tantissime le volte in cui le mamme soffrono e piangono, nel silenzio delle loro anime, per quello che i figli fanno e spesso non fanno e le dimenticano nell’omertà dell’indifferenza o della svogliatezza.
Vorrei che ogni bambino, vivesse dentro una favola.
L’amore per i figli gli gravava sul cuore col peso di tre grosse pietre. C’erano tutti i suoi innominati timori per loro, e le sue speranze. C’era tutto ciò che non aveva il potere di cambiare, compreso quello che erano: uno troppo mite, uno troppo facilmente tentato dalla crudeltà, e la bambina (sul suo cuore il peso di una grossa pietra) che era ancora un mistero, impossibile indovinare di cosa avrebbe avuto bisogno nella vita.
Ogni madre ha più di ogni altra persona al mondo l’innata facoltà di vedere oltre le apparenze. Attraverso il suo istinto, è in grado di leggere anche il più piccolo segno tracciato sulla pagina del nostro volto. Ogni madre, infatti, possiede la rara capacità di comprendere i più impercettibili moti del nostro cuore, nascosti dietro le fitte tende di un sorriso incerto o di una improvvisa lacrima, ed è l’unica che sollevando le grevi tende dell’illusorietà, riesce a spalancare il sipario della nostra anima dove danza la parte più vera di noi.
La notte si nasconde nella paura, dentro quella speranza eretta in una preghiera sussurrata a Dio. E se ne va così questa vita mia, chissà se di me ti rimane una poesia scritta dal mio amore nel tuo cuore, figlio mio.
Un bambino diventa un adulto quando realizza che ha il diritto non solo di essere giusto, ma anche di sbagliare.