Beppe Tardito – Figli e bambini
Due sono i giorni più belli di una donna, quando si sposa e quando mette al mondo un figlio.
Due sono i giorni più belli di una donna, quando si sposa e quando mette al mondo un figlio.
Parole che ieri sentivo da mio padre, le ascolta oggi mio figlio.
So di essere un fallito, non occorre ripetermelo all’infinito. Sono un perdente e di sicuro non ho mai combinato mai nulla di buono. In quanto a fortuna non ne parliamo nemmeno. Di sicuro non sono mai stato il figlio che volevi. Mai ti ho dato una soddisfazione o un motivo per essere fiero di me. Posso solo dire che mi dispiace tanto di essere quello che sono. Comunque tranquillo, non sei l’unico. Mettiti l’anima in pace, io non sarò mai un vincente. Non ti aspettare nulla di buono, ma lascia che ti dica una cosa papà, io ho fatto e farò sempre del mio meglio. Davvero.
Avevo nella mia vita un fiore che profumava d’amore. Avevo la rosa più bella, avevo te mamma. Adesso mi resta solo profumo di te e un ricordo meraviglioso di quella rosa senza spine ti amo mamma, sei la vita mia.
Felicità, gioia, amore rinchiusi in una unica parola “figli”, la cosa più preziosa che la vita ci poteva fare dono.
I bambini cadono di continuo e piangono. Con una pernacchia ridono e tutto è passato. Che magici i bambini!
Lacrime ed emozioni lasciate lì sul cuscino. Occhi aperti ma che non vedevano. Occhi che avevano imparato a mentire. Che i piedi da seduta non arrivavano a terra, invece le lacrime facevano in fretta a cadere nelle apnee di parole e respiri trattenuti. Amore, solo amore, ché i bimbi si rompono se li sfiori.