Pablo Neruda – Figli e bambini
Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.
Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.
Tutto sarebbe straordinario! Se il mondo fosse come lo vede mio figlio…
È sempre più forte di me. Lo è sempre stato. Perché a lui basta una parola per farmi male. Anzi, anche meno: una parola non detta, un silenzio, una pausa. Uno sguardo rivolto altrove. Io posso sbraitare e dimenarmi per ore, passare alle ingiurie, mentre a lui per stendermi basta una piccola smorfia, fatta con un angolo del labbro.
Le colpe dei padri ricadranno sui figli. Le virtù dei padri graveranno sui figli. Comunque la mettiamo, i figli andranno in analisi.
Ti ho desiderato…Ti ho voluto…Ti ho aspettato…Finalmente sei arrivato…Tu figlio mio adorato.
La più grande e dolce bellezza che si possa avere nella vita, la donna lo mette al mondo.
Ciascuno è figlio della propria gioventù.