Davide Trezzi – Filosofia
Il silenzio amplifica la sordità del pensiero.
Il silenzio amplifica la sordità del pensiero.
L’uomo vuole la felicità e si ostina a cercarla, ma non sarà mai felice perché non si accorge che l’ha già trovata, essa è là a portata di mano, celata nelle cose semplici.
Il genio è un funambolo che cammina sul filo della follia.
Esigiamo aree di dubbio e di incertezza rigidamente definite.
Una effimera libidine cerebrale è il pericolo di filosofeggiare.
La bellezza è come il miele, che nelle sue dolci essenze profumate può celare la trappola di un insetto che vi s’avventuri.
Nasciamo inconsapevoli di poter pensare da soli e moriamo consapevoli di non averlo fatto mai abbastanza.
L’uomo vuole la felicità e si ostina a cercarla, ma non sarà mai felice perché non si accorge che l’ha già trovata, essa è là a portata di mano, celata nelle cose semplici.
Il genio è un funambolo che cammina sul filo della follia.
Esigiamo aree di dubbio e di incertezza rigidamente definite.
Una effimera libidine cerebrale è il pericolo di filosofeggiare.
La bellezza è come il miele, che nelle sue dolci essenze profumate può celare la trappola di un insetto che vi s’avventuri.
Nasciamo inconsapevoli di poter pensare da soli e moriamo consapevoli di non averlo fatto mai abbastanza.
L’uomo vuole la felicità e si ostina a cercarla, ma non sarà mai felice perché non si accorge che l’ha già trovata, essa è là a portata di mano, celata nelle cose semplici.
Il genio è un funambolo che cammina sul filo della follia.
Esigiamo aree di dubbio e di incertezza rigidamente definite.
Una effimera libidine cerebrale è il pericolo di filosofeggiare.
La bellezza è come il miele, che nelle sue dolci essenze profumate può celare la trappola di un insetto che vi s’avventuri.
Nasciamo inconsapevoli di poter pensare da soli e moriamo consapevoli di non averlo fatto mai abbastanza.