Gabriele Martufi – Frasi sulla Natura
Quando sono triste guardo l’arcobaleno. E se non c’è, lo invento.
Quando sono triste guardo l’arcobaleno. E se non c’è, lo invento.
Quando un bruco diventa farfalla e impara a volare, allora non vorrà più tornare indietro… Ma vorrà volare sempre più in alto.
Poiché il paesaggio non è soltanto belvedere di albe e tramonti, ma anche esito di braccia, utensili, intelligenze.
Il male e il bene sembrano lottare sempre per prevalere sull’altro, ma forse non è proprio antagonismo, ma equilibrio, come il giorno e la notte si susseguono per bilanciarsi a vicenda, l’oscurità e la luce. Questi, uno di fronte all’altro come realtà senza tempo, non sono altro che lo specchio di loro stessi, due metà del passato e del futuro, dell’acqua e del fuoco.
Mi piace ascoltare il fruscio dei rami degli alberi, ammirare il loro sfiorarsi, con il loro continuo movimento passano molto tempo ad accarezzarsi.
Se prendo manciate di parole e le lancio in aria sembrano coriandoli, ma alla fine diventano petali di fiori perfettamente allineati, che rilasciano il profumo della mia essenza.
Ci sono primavere che non si devono aspettare quando l’inverno perversa su di noi, ci sono primavere tangibili e sono quelle racchiuse nei cuori, è lì che nascono e crescono i fiori più delicati e belli.