Ettore Grimani – Frasi sulla Natura
Le montagne sono quei luoghi dove Dio ha ritratto le sue dita quando ha finito d’impastare il mondo.
Le montagne sono quei luoghi dove Dio ha ritratto le sue dita quando ha finito d’impastare il mondo.
Osservare le stelle è come guardare indietro nel tempo, dato che alcune sono così distanti che la loro luce impiega milioni di ore, ma com’erano quando sul nostro pianeta esistevano i dinosauri. È un concetto stupefacente.
Anche il nostro pianeta necessita di un psicologo, infatti soffre di disturbo bipolare!
Il disumano rapimento per raddoppiare lo spirito di questo universo, dell’albero della vita che il Padre celeste vuole replicare e rendere eterno con una macellazione impropria, gli darà il risultato contrario. Troppa energia trasformata in acqua e sole, brucia la vita fino nel profondo, rendendo suo nuovo avversario il Bene, come è sempre stato. L’albero splendente lasciato vivere, o tollerato, vicino ad un fiume, andò troppo vicino alla verità del cosmo e ad intuire la vera natura di Dio, maledetto e fatto diventare “ribelle”, l’angelo decaduto tacciato di vanità. Eppure non tutto è così lineare, ogni spirito dovrebbe essere visto dall’Onnipotente per quello che è, per l’energia effettiva che rilascia nel suo Sistema con la macellazione, la mensa del cosmo. Se è troppa, questo spirito potrebbe andare in contrasto con la struttura universale e con il “luogo” dove Dio e gli angeli si trovano. La matematica non aspira a vendette, non odia, ma spiega. Il risultato immutabile è al di là delle forze di Dio e di Cristo, che pensano solo al potere e a come allungarsi… la vita, il loro punto debole, creature immortali che un tempo erano uomini, è la disonestà. Così dal male e dal maleficio ottengono la morte, incontrano il destino proprio con le azioni con cui cercano di evitarlo. L’albero che rappresenta la vita e le fondamenta del Cosmo, si consuma nel suo nuovo splendore, ha cominciato a marcire al suo interno.
Ero solo… la sua voce era imponente nel silenzio della spiaggia deserta, nel buio non coglievo lo stacco tra lui ed il cielo nel quale non risplendeva la luna, ma delle stelle di dimensioni incredibili…Nell’oscurità, la parte delle onde frontale mi appariva simile ad infinite strisce di schiuma color avorio che si rincorrevano e mi rincorrevano, come lunghissimi e sinuosi serpenti albini.Avevo l’impressione che dalla sua enormità potesse emergere un essere immenso da un momento all’altro, qualcosa di indefinibile ed amorfo come una creatura descritta nel Necronomicon da Lovecraft.Camminai sulla spiaggia per parecchi minuti, impossibilitato a distoglievi lo sguardo.Avanzavo faticosamente con un passo grottesco per i tacchi degli stivali che sprofondavano nella sabbia fine come zucchero…Il vento freddo mi scavava il viso e trasportava un odore penetrante e, per me, sconosciuto quanto attraente.
Una fresca cascata è pura e limpida come l’innocenza di un bambino.
La scintilla. E in pochi secondi millenni racchiusi nell’esplosione dove bizzarro è perfino l’infinito.