Vincenzo Lista – Frasi sulla Natura
Donna. Rosa. Il suo gambo il tuo corpo, le sue foglie le tue mani, i suoi petali il tuo viso, il suo profumo la tua anima. Lei regina del giardino tu regina del mondo.
Donna. Rosa. Il suo gambo il tuo corpo, le sue foglie le tue mani, i suoi petali il tuo viso, il suo profumo la tua anima. Lei regina del giardino tu regina del mondo.
Ho pianto per un tramonto magnifico che ho visto sparire tra i flutti del mio mare… sublime! La notte l’ho passata insonne e ho pianto ancora per l’alba: un trionfo di colori mi ha inondato insieme a lacrime a fiotti… ma erano solo lacrime di gioia.
Innamorarsi. Guardasi negli occhi e tremare dall’emozione, parlandosi silenziosamente, sillabando dolcemente la parola “ti amo”.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l’ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non uccide. L’ultima è una vela. Bianca. All’orizzonte.
La natura per costume e per istinto è carnefice impassibile e indifferente della sua propria famiglia, dè suoi figlioli e, per così dire, del suo sangue.
Labirinti di nuvole spezzano il cielo screziato, l’acqua ritrova il sentiero intagliato nella roccia e riscopre il sapore della terra. Una cadenza regolare e composta sigilla quest’unione rinnovata, un ritmo che ti avvolge, ti cattura… ti lascia intravedere il senso di un’armonia cosmica, le cose che eran perse e si sono ritrovate… Un tempo indefinito dilata l’unità di un battito e offre la visione di qualcosa di più grande, oltre il profilo della pioggia, una geometria in trasparenza che parla di Dio.
Non scrutano mai al di làdi quelle luci di cemento.Non riescono ad afferrarel’importanza di un cielodipinto di stellee di quella poesia che io chiamo Natura!
Ho pianto per un tramonto magnifico che ho visto sparire tra i flutti del mio mare… sublime! La notte l’ho passata insonne e ho pianto ancora per l’alba: un trionfo di colori mi ha inondato insieme a lacrime a fiotti… ma erano solo lacrime di gioia.
Innamorarsi. Guardasi negli occhi e tremare dall’emozione, parlandosi silenziosamente, sillabando dolcemente la parola “ti amo”.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l’ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non uccide. L’ultima è una vela. Bianca. All’orizzonte.
La natura per costume e per istinto è carnefice impassibile e indifferente della sua propria famiglia, dè suoi figlioli e, per così dire, del suo sangue.
Labirinti di nuvole spezzano il cielo screziato, l’acqua ritrova il sentiero intagliato nella roccia e riscopre il sapore della terra. Una cadenza regolare e composta sigilla quest’unione rinnovata, un ritmo che ti avvolge, ti cattura… ti lascia intravedere il senso di un’armonia cosmica, le cose che eran perse e si sono ritrovate… Un tempo indefinito dilata l’unità di un battito e offre la visione di qualcosa di più grande, oltre il profilo della pioggia, una geometria in trasparenza che parla di Dio.
Non scrutano mai al di làdi quelle luci di cemento.Non riescono ad afferrarel’importanza di un cielodipinto di stellee di quella poesia che io chiamo Natura!
Ho pianto per un tramonto magnifico che ho visto sparire tra i flutti del mio mare… sublime! La notte l’ho passata insonne e ho pianto ancora per l’alba: un trionfo di colori mi ha inondato insieme a lacrime a fiotti… ma erano solo lacrime di gioia.
Innamorarsi. Guardasi negli occhi e tremare dall’emozione, parlandosi silenziosamente, sillabando dolcemente la parola “ti amo”.
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l’ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non uccide. L’ultima è una vela. Bianca. All’orizzonte.
La natura per costume e per istinto è carnefice impassibile e indifferente della sua propria famiglia, dè suoi figlioli e, per così dire, del suo sangue.
Labirinti di nuvole spezzano il cielo screziato, l’acqua ritrova il sentiero intagliato nella roccia e riscopre il sapore della terra. Una cadenza regolare e composta sigilla quest’unione rinnovata, un ritmo che ti avvolge, ti cattura… ti lascia intravedere il senso di un’armonia cosmica, le cose che eran perse e si sono ritrovate… Un tempo indefinito dilata l’unità di un battito e offre la visione di qualcosa di più grande, oltre il profilo della pioggia, una geometria in trasparenza che parla di Dio.
Non scrutano mai al di làdi quelle luci di cemento.Non riescono ad afferrarel’importanza di un cielodipinto di stellee di quella poesia che io chiamo Natura!