Theodor Wiesengrund Adorno – Giornata della memoria
Dopo Auschwitz non è più possibile la poesia.
Dopo Auschwitz non è più possibile la poesia.
L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.
Per chi ci ha vissuto, Auschwitz non è un luogo, è una sensazione. Il freddo mi entrava dentro e mi rosicchiava. Ero solo con me stesso.
Il compito attuale dell’arte è di introdurre il caos nell’ordine.
C’è un criterio quasi infallibile per stabilire se un uomo ti è veramente amico: il modo in cui riporta giudizi ostili o scortesi sulla tua persona.
Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente.
Sapevamo bene cosa significavà là dentrò: era il campo di sterminio, dove eravamo finiti a lavorare nella cava. Salva sapeva cosa aveva visto e sopportato, e io sapevo cosa aveva visto lui. Ci sentivamo maledetti.