Primo Levi – Giornata della memoria
Parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta: ecco perché è non-umana l’esperienza di chi ha vissuto giorni in cui l’uomo è stato una cosa agli occhi dell’uomo.
Parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta: ecco perché è non-umana l’esperienza di chi ha vissuto giorni in cui l’uomo è stato una cosa agli occhi dell’uomo.
La Shoah è un fatto drammaticamente europeo. È vero che ha avuto cuore nella Germania nazista ma in tutti i paesi europei gruppi più o meno grandi hanno collaborato. Il 27 gennaio –, giorno in cui furono abbattuti i cancelli di Aushwitz, è divenuto “giorno della memoria” per una legge dello Stato. Ciò che è stato fatto contro gli ebrei riguarda tutti.
La guardia ci ha detto di metterci in fila per due, con le pale sulle spalle, e di andare sulla collina. Ha detto che era un ordine del sindaco e che dovevamo ubbidire. Così ci ha portati proprio in cima alla collina, dov’era più forte il gelo e la bufera, e ci ha ordinato di lavorare; ma lui è andato a mettersi in una casa, dopo averci detto di lavorare fino al tramonto. Noi piangevamo dal freddo, tutti abbiamo dovuto stare fino al tramonto finché lui non è tornato a prenderci.
La domanda: Ditemi dove era Dio, ad Auschwitz. La risposta: e l’uomo dov’era?
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio.
Se non altro perché un Auschwitz è esistito, nessuno dovrebbe oggi parlare di Provvidenza.
Dopo Auschwitz non è più possibile la poesia.