Joseph Roth – Guerra & Pace
Ma in noi, la generazione fin dalla nascita votata alla guerra, l’istinto di procreare si era visibilmente spento.
Ma in noi, la generazione fin dalla nascita votata alla guerra, l’istinto di procreare si era visibilmente spento.
Cambia il tuo punto di vista: guarda la guerra con gli occhi disperati di un bambino.
Farò della mia casa una regione d’amoree rifugio, per averti militare deciderò di creare io una guerracontro tutti quelli che ti allontanano da me!
Possiamo fermare la guerra educando il nostro vicino al valore della pace. Possiamo cambiare il mondo imparando ad amare.
Costruire una gru di carta è come fare la pace: alcuni passi sono goffi e in un primo momento può persino sembrare impossibile. Eppure, con pazienza, il risultato è sempre qualcosa di rara bellezza. Questa è l’arte dell’origami.
Siamo qui vicini ma lontani vittime di rimpianti e di rancori vittime di noi stessi un’attesa frustrante di un qualcosa che ci spinga uniti e divisi non saremo mai liberi. Deponiamo le armi.
Ridevano. Ma la verità è che erano giovani, e i giovani hanno un’idea vecchia della guerra. Onore, bellezza, eroismo. Come il duello tra Ettore e Aiace: i due principi che prima cercano ferocemente di uccidersi e poi si scambiano doni. Io ero troppo vecchio per credere ancora in quelle cose. Quella guerra la vincemmo con un cavallo di legno, immane, riempito di soldati. La vincemmo con l’inganno, non con la lotta a viso aperto, leale, cavalleresca. E questo a loro, ai giovani, non piacque mai. Ma io ero vecchio. Ulisse era vecchio. Noi sapevamo che vecchia era la lunga guerra che stavamo combattendo, e che un giorno l’avrebbe vinta chi sarebbe stato capace di combatterla in un modo nuovo.