Vittorio Lunardelli – Guerra & Pace
La pace nel mondo è una questione di pace di noi con noi. Infatti un mondo fatto di persone in pace con se stesse mancherebbe di presupposti per fare la guerra.
La pace nel mondo è una questione di pace di noi con noi. Infatti un mondo fatto di persone in pace con se stesse mancherebbe di presupposti per fare la guerra.
Ci saranno sempre due tempi inconciliabili tra di loro: il tempo della pace e il tempo dell’amore. L’amore, benché dolce, non significa mai la pace.
I vinti non dimenticano: Ho smesso di essere manicheo, di dividere il mondo in due, di qua i buoni e di là i cattivi. La mia pietas verso il genere umano è cresciuta molto. Ho scoperto che tutti, bianchi, rossi e neri soffriamo nello stesso modo e spesso senza averlo meritato.
La lotta più feroce è quella che affronto tutti i giorni con me stessa e con la vita. Il non mollare quando avrei bisogno di farlo. Il lottare con il destino quando avrei bisogno di seguire solo le orme delle ragioni. Un continuo perdermi nei sogni quando dovrei vivere i miei giorni con la realtà che mi circonda e con la serenità che mi occorre. Penso che capiti un po’ a tutti combattere con i propri demoni interiori, combattere con le proprie paure, perplessità e vincerle.
Fai attenzione alle mani che ti vengono tese, alcune possiedono un tocco distruttivo.
La pace romana: nei luoghi dove portavano vuota desolazione la definivano pace.
Adesso ci sono i soldi della guerra. Quella che promette aiuti. È diventata buona la guerra, umana, generosa, compassionevole, umanitaria? No, ma deve farlo credere. È fondamentale creare consenso alla guerra, far vedere che belle cose produce. Ci avevano già provato in Kosovo. L’idea della ‘guerra umanitarià si è formata sostanzialmente in quell’occasione: quando si decide di bombardare, di ammazzare, conviene garantire che dopo arriveranno gli aiuti. Certo si tratta di molto danaro, ma in fondo costa quanto un giorno o due di guerra, è un costo aggiuntivo che vale la spesa: è pubblicità, è comunicazione. E il mondo ‘umanitariò, in buona misura, è stato al gioco.