Anna Maria D’Alò – Libri
Lo scrittore indossa più vite, il lettore le vive.
Lo scrittore indossa più vite, il lettore le vive.
I frutti più belli restano in alto sull’albero, quelli più vicini vanno nel cesto e quelli caduti a terra, calpestati. Nella vita, chi se la tira resta solo, chi è disponibile e collabora viene accolto, mentre chi si concede facilmente è calpestato.
Ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarantanni.
La strada che hai percorso è il tuo passato che ti porta nel presente senza interrompere il tuo cammino, perché la vita è un viaggio verso continue mete chiamate futuro, ma ogni stazione è una tappa per spogliarti dei tuoi logori abiti e indossare nuove vesti.
Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo I fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici; se si fosse rivelata meschina, volevo trarne tutta la genuina meschinità, e mostrarne al mondo la bassezza; se invece fosse apparsa sublime, volevo conoscerla con l’esperienza, e poterne dare un vero ragguaglio nella mia prossima digressione.
Accade sovente così, Sam, quando le cose sono in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle.
L’eternità non è il tempo all’infinito, ma il contrario, la sospensione del tempo, il non tempo.