Franco Paolucci – Libri
A che serve scrivere se quel che scrivi non sarà mai letto da altri?
A che serve scrivere se quel che scrivi non sarà mai letto da altri?
“Non mi sembra giusto”. Si strinse nelle spalle, i suoi occhi però erano sempre intensi.Abbozzai una risata, ma non ero divertita. “Non te l’hanno ancora detto? La vita non è giusta”.
Ma lei – quel dono– l’aveva avuto fin dalla prima infanzia, e il Signore del Sole non poteva toglierglielo, poiché non era stato lui a darglielo.
– È normale che le persone cerchino di etichettarti, lo fanno per paura. Ti temono perché non riescono a definirti.- È questo che non capisco, io non voglio essere etichettata, chiedo troppo?- No, ma non sempre è possibile, non sempre si ha questa possibilità.- In che senso?- Voglio dire che se sei una tigre ma ti comporti come un gattino ben venga, ma sarai sempre e comunque una tigre. E questo le persone lo sanno. Non puoi convincerle che sei un gattino. E contemporaneamente le altre tigri ti guarderanno con sospetto.- Ma se la tigre non dilania gli altri gatti con i suoi morsi, allora che bisogno c’è di temerla?- Non lo so. Dimmelo tu.- Nessuno. Una tigre che non morde non deve far paura.Sorrise. – e sei così sicura che da un momento all’altro non ricomincerà a mordere?
Silvia per me è come la corda del funambolo: quando sono felice ci danzo con un ombrellino colorato, e quando sono triste mi ci aggrappo.
I libri possono essere divisi in due categorie: i libri di un’ora, e i libri di tutti i tempi.
I libri scelgono i loro autori; l’atto della creazione non è interamente razionale e cosciente.