Mirko Badiale – Libri
Scrivere è smettere di rimanere nascosti dentro se stessi.
Scrivere è smettere di rimanere nascosti dentro se stessi.
Lo scrittore è un uomo che dello stare solo ne ha fatto la sua migliore compagnia.
Magari potessi saltare la fase delle spiegazioni e della logica, come se tu sapessi già tutto, subito, e mi accettassi nella mia totalità. Come se fossi già racchiuso in te, al punto che, quando aprirò gli occhi, ti vedrò sorridere e dire: “Va bene, possiamo cominciare”.
Se non facessi così non riuscirei mai a separarmi da te.
“Penso abbia a che fare con l’inevitabilità della loro unione. Niente può separarli: né l’egoismo di lei, né la cattiverie, e alla fine la morte…” Valutava le mie parole con espressione pensierosa. Dopo qualche istante sfoderò un sorriso ironico. “Continuo a pensare che sarebbe una storia migliore se uno dei due avesse almeno un pregio.””Forse il punto è proprio questo”, replicai “l’unico pregio che hanno è il loro amore.””Spero che tu non sia tanto temeraria da innamorarti di una persona così… malevola.””Ormai è tardi per decidere di chi innamorarmi. E nonostante le raccomandazioni, mi sembra di essermela cavata piuttosto bene.”Ridacchiò. “Sono lieto ce tu ne sia convinta.”
Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso. L’unica cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta.
Era quasi mezzanotte e il Primo Ministro stava seduto da solo nel suo ufficio, a leggere una lunga relazione che gli scivolava via dalla mente senza lasciare la minima traccia. Aspettava una chiamata dal presidente di un paese remoto e, tra il chiedersi quando quel disgraziato avrebbe telefonato e il cercare di allontanare gli spiacevoli ricordi di una settimana lunghissima, faticosa e complicata, nella sua testa non c’era molto spazio per altro. Più cercava di concentrarsi sui caratteri stampati della pagina, più chiara vedeva la faccia maligna del suo avversario politico. Questi era apparso al telegiornale quel giorno stesso non solo per elencare tutte le cose terribili successe nell’ultima settimana (come se ci fosse bisogno di ricordarle), ma anche per spiegare perché fossero, dalla prima all’ultima, colpa del Governo.