Guido Mazzolini – Libri
Scrivere è violentare il passato, è uno stillicidio di memoria artefatta e deliziosa.
Scrivere è violentare il passato, è uno stillicidio di memoria artefatta e deliziosa.
«Qual è la differenza tra la letteratura e il giornalismo?» «Oh! Il giornalismo è illeggibile e la letteratura non viene letta».
Ma la amo ancora. Potrei avere la libertà, fuggire, ma mi tiene legato a lei. Non posso rimanere. Non posso andarmene.
… Una sera ero seduto davanti al caffè della Rotonde aspettando un amico. Il cielo era pesante e Parigi al buio… quando sul largo marciapiede, sotto i platani nudi, vidi venire un giovane pallido vestito di velluto grigio, senza cappello e con un fazzoletto al collo, che aveva l’aria di un poeta e di un teppista insieme: qualcosa di tragico e di fatale, era Modigliani.
Poi passa la palla a Luca che pronuncia una parola, una sola parola, ma dietro la quale c’è la possibilità di rivincita di ventun anni di sofferenze, qualche gioia e molte delusioni, date dagli eventi, dalle persone, dalle situazioni. Sapevo che dopo tanti pugni presi, prima o poi un pugno l’avrei sferrato anch’io e sarebbe stato quello del ko! Eccolo, il momento!
Scrivere è un’inevitabile presa di posizione. Scrivere è una responsabilità.
Adorava gli aeroporti: le piacevano l’odore, il rumore, l’atmosfera, la gente che correva qua e là con le valigie, felice di partire, felice di tornare. Le piaceva vedere gli abbracci, cogliere la strana commozione dei distacchi e dei ritrovamenti. L’aereoporto era il posto ideale per osservare le persone, e la riempiva sempre di un piacevole senso di anticipazione, come se stesse per succedere qualcosa.