Paulo Coelho – Libri
Io sapevo che eravamo come le nuvole del cielo: si uniscono, ed è pressoché impossibile dire dove cominci l’una e finisca l’altra.
Io sapevo che eravamo come le nuvole del cielo: si uniscono, ed è pressoché impossibile dire dove cominci l’una e finisca l’altra.
– Solo gli imbecilli non hanno dubbi.- Ne sei sicuro?- Non ho alcun dubbio.
Congratularsi: esprimere con garbo la propria invidia.
Se dovessi scegliere una persona con cui vagare su un pianeta disabitato, quella saresti tu.
Lei per me è stata una casa con il tetto di vetro: posso osservare il cielo sentendomi al sicuro.
Non sapevo più in che mese o anno fosse successo. Ma il ricordo viveva in me, un frammento di passato perfettamente conservato, una pennellata di colore sulla tela della nostra vita che era diventata vuota e grigia.
Si era svegliata. Batté le palpebre nell’oscurità impenetrabile. Spalancò la bocca e respirò con il naso. Batté di nuovo le palpebre. Sentì scorrere una lacrima, la sentì sciogliere il sale lasciato da altre lacrime. La saliva non le scendeva più in gola, il cavo orale era secco e duro. La pressione interna tendeva le guance. Era come se il corpo estraneo che aveva in bocca fosse sul punto di farle esplodere la testa. Ma che cos’era, che cos’era? Il primo pensiero concepito al risveglio era stato che avrebbe voluto sprofondare di nuovo. Sprofondare in quell’avvolgente abisso buio e caldo. L’effetto dell’iniezione che l’uomo le aveva fatto non era ancora finito, ma lei sapeva che il dolore incombeva, lo capiva dai lenti, sordi colpi che scandivano le pulsazioni e dal flusso spasmodico del sangue nel cervello. Lui dov’era? Era proprio alle sue spalle? Trattenne il respiro, rimase in ascolto. Non udì nulla, però ne percepiva la presenza. Come un leopardo.