Erri De Luca (Enrico De Luca) – Libri
Ero uno, anche meno di uno. Però amavo.
Ero uno, anche meno di uno. Però amavo.
Nella rampa “conseguenze” della scala narrativa, il protagonista è come un pugile messo alle corde dalla “cosa magica”
Scusami se te lo dico, ma a volte è più facile confidarsi con un estraneo.
L’amico fu colpito dal vedere ricorrere i tratti dimenticati di un passato apparentemente senza nubi, e come allora fu spaventato dall’abisso di solitudine e di tormento interiore che si apriva improvvisamente nella vita di Veraguth. Quello era senza dubbio il segreto a cui Johann aveva accennato di tanto in tanto e che egli aveva sospettato si nascondesse nell’animo dei grandi artisti. Da lì, dunque, quell’uomo traeva l’impulso misterioso e insaziabile a creare, a cogliere e dominare il mondo ogni volta in modo nuovo con i propri sensi. Da lì proveniva anche quella strana tristezza che spesso si impadronisce di chi osserva le grandi opere d’arte.
Eppure generammo Robb, quella notte. Assieme, Ned e io generammo un re.
Non mi sarebbe dispiaciuto far violare i suoi resti, assistere allo stupro del suo corpo privo di anima, fantasticandolo gemente, sensibile ai colpi inferti dai giovani. Nell’eccitazione chiusi gli occhi sfiorandole dolcemente la faccia, e d’improvviso mi vidi al suo posto: anche io, come lei, sarei morta.
Gil-galad sugli Elfi soleva regnare:Tristi cantano ora i menestrelliI giorni ancor liberi e belliDel suo regno tra i Monti e il Mare.La sua lancia era aguzza, la sua spada tagliente,E da lungi il suo elmo splendeva possente.Migliaia di stelle che in cielo raggiavanoNel suo scudo d’argento si rispecchiavano.Ma mille anni fa egli cavalcò via,E nessuno oggi sa dov’egli adesso sia;E la sua stella cadde nelle tenebre profonde,A Mordor dove la cupa ombra si diffonde.