Margaret Mazzantini – Libri
La speranza appartiene ai figli. Noi adulti abbiamo già sperato, e quasi sempre abbiamo perso.
La speranza appartiene ai figli. Noi adulti abbiamo già sperato, e quasi sempre abbiamo perso.
Potrebbe essere, me ne rendo conto, il normale duello fra generazioni, i vecchi che resistono all’invasione dei più giovani, il potere costituito che difende le sue posizioni accusando le forze emergenti di barbarie, e tutte quelle cose che sono sempre successe e abbiamo visto mille volte. Ma questa volta sembra diverso. È così profondo, il duello, da sembrare diverso. Di solito si lotta per controllare i nodi strategici della mappa. Ma qui, più radicalmente, sembra che gli aggressori facciano qualcosa di molto più profondo: stanno cambiando la mappa. Forse l’hanno perfino cambiata. Dovette succedere così negli anni benedetti in cui, per esempio, nacque l’Illuminismo, o nei giorni in cui il mondo tutto si scoprì, d’improvviso, romantico. Non erano spostamenti di truppe, e nemmeno figli che uccidevano i padri. Erano dei mutanti, che sostituivano un paesaggio a un altro e lì fondavano il loro habitat.
“E quei quattro uomini erano uniti, voi dite?””Come se fossero stati uno solo, come se i quattro cuori avessero battuto in un solo petto… e perciò, che cosa non fecero quei quattro!”
Ma io ti voglio reale, ti voglio vivo, ti voglio respiro. Ti voglio germoglio del domani e non chimera dispersa fra i passi dei deserti dell’anima.
I critici sono talmente presuntuosi e vanesi che vogliono “saperne di più dell’autore stesso.”
Non è la tecnica che devi padroneggiare, ma te stesso.
“Solo chi ha in mano il cuore dei figli ha in mano il futuro”, le diceva sempre la donna quasi incidentalmente. Amine era analfabeta. Ma possedeva una saggezza antica di millenni.