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Federica Bosco – Libri

… Anche se mi fa soffrire. Cosa devo dirti? Mi sono innamorata di te. Succede, non ho potuto impedirlo…

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    Savannah riprese a leggere. Recitò poesie per oltre un’ora, e ognuna era legata a una vicenda personale. Una ragazza, nata da genitori poveri nel South Carolina, era cresciuta scalza e abbronzata fra le paludi presso Colleton, aveva imparato a calcolare le stagioni in base alle migrazioni dei gamberi e degli uccelli selvatici e alla raccolta dei pomodori, aveva visto sorgere in sé la fiamma di una singolare personalità, aveva alimentato quella fiamma, aveva giurato a sé stessa di essere diversa, aveva sentito il linguaggio agitarsi in lei così come udiva le civette stridere in cima al granaio e i campanacci delle boe rintoccare nei canali. Poi il mondo era passato al contrattacco, come sempre, e la bambina, inerme e triste, aveva cominciato a battersi contro la ferocia e la crudeltà di quel mondo. Nelle ultime poesie, Savannah parlava dei suoi crolli, dei suoi demoni, della sua insania. Ne parlava con stupore e rispetto e accorante tristezza.

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    I morti erano disposti in fila al centro dela Sala. Harry non vedeva il corpo di Fred, perché era circondato dalla sua famiglia. George era inginocchiato vicino alla testa; la signora Weasley era accasciata sul petto del figlio, scossa dai singhiozzi. Il signor Weasley le accarezzava i capelli e aveva le guance inondate di lacrime.Senza dire una parola, Hermione andò da Ginny, che aveva il volto gonfio e arrossato, per abbracciarla; Ron raggiunse Bill, Fleur e Percy, che gli gettò un braccio intorno alle spalle. Ginny e Hermione si avvicinarono al resto della famiglia e Harry vide i corpi distesi accanto a quello di Fred: Remus e Tonks, pallidi e immobili, sembravano tranquilli, addormentati sotto il buio soffitto incantato.La Sala Grande parve volar via, rimpicciolire, restringersi. Harry indietreggiò oltre la soglia. Non riusciva a respirare. Non ce la faceva a guardare gli altri cadaveri, a scoprire chi altri era morto per lui.