Mariangela Lombardi – Libri
Dovrei imparare a scrivere non solo quando sono triste.
Dovrei imparare a scrivere non solo quando sono triste.
E ho capito che era finita con la stessa chiarezza con cui, secondo Bergson, si sa l’istante in cui comincia.
I sogni spesso sono destinati a infrangersi contro la realtà. Ma sono quelli più semplici i più dolorosi, perché ci appaiono così personali, così ragionevoli, così raggiungibili. Ti sembra sempre di essere a un passo dal poterli toccare con la mano, ma mai abbastanza vicino da afferrarli, e questo basta a spezzarti il cuore.
“Okay, allora” disse Jeb ad alta voce, per farsi sentire da tutti. “Funziona così: si vota, e la maggioranza vince. Come al solito, prenderò la decisione che mi pare se non sono d’accordo con la maggioranza perché questa…””è casa mia” concluse un piccolo coro.
Lui era come lei, era come il suo angelo custode, sai… era venuto apposta da un luogo pieno di cattiveria e di dolore… era venuto ad avvertirla… per salvarla.
Non riusciva più a controllare il proprio tremito. Non era poi tanto facile morire. Ogni secondo che respirava, l’odore dell’erba, l’aria fresca sul viso, era tutto così prezioso: pensare che altri avevano anni e anni, tempo da perdere, tanto tempo che non passava mai, e lui si aggrappava a ogni singolo istante. Pensò che non sarebbe riuscito a continuare e nello stesso tempo seppe che doveva. La lunga partita era finita, il Boccino era stato preso, era ora di lasciare il campo…Il Boccino. Con le dita intorpidite, trafficò per un momento con la saccoccia che portava al collo e lo tirò fuori.Mi apro alla chiusura.Lo fissò, con il respiro affannato. Adesso che voleva che il tempo che il tempo si muovesse il più lentamente possibile, ecco che accelerava, e l’intuizione sembrò arrivare più veloce del pensiero. Era questo il momento.Premette il metallo contro le labbra e sussurrò: “Sto per morire”.Il guscio dorato si spezzò. Lui alzò la mano tremante, levò la bacchetta di Draco sotto il Mantello e mormorò: “Lumos”.La pietra nera con la crepa al centro era posata nel Boccino.
Quel nome, aveva sperato di non saperlo mai più. L’aveva tenuto lontano per giorni, mesi. Aveva pochi istanti per impedire che ritornasse, a ferirgli l’anima e i ricordi.