Pagina iniziale » Federico Moccia – Libri

Federico Moccia – Libri

– Questa volta ti sei addormentato eh? Non puoi negare amore… — Cosa hai detto? — Senti non rompere -Niki inizia a raccogliere i vestiti un po’ imbarazzata.- No, no, aspetta, aspetta… -Alessandro si siede sul letto, con le gambe incrociate – Ripeti l’ultima parola… -Niki lascia cadere di nuovo tutto per terra e sale sul letto. Si mette con le mani sui fianchi, a gambe larghe, in piedi, e lo guarda da lassù.- Mi spiace. Ho deciso. E hai sentito bene. Scusa ma ti chiamo amore.

Similar Posts

  • Lisa Jane Smith – Libri

    Elena percepiva i tremiti nel corpo di Stefan, comunicatigli attraverso la stretta delle dita. Il respiro era rapido e corto. “Avevamo quasi raggiunto l’estremità dei giardini quando mi venne in mente un posto che Katherine aveva amato. Era poco lontano nel parco, un muro basso di fianco all’albero di limoni. Mi precipitai là, chiamandola a gran voce. Ma avvicinatomi, smisi di chiamare. Ebbi… paura… una terribile premonizione. E sapevo che non dovevo… non dovevo andare…” “Stefan!”. Disse Elena. Le stava facendo male, stringendole le dita, stritolandole quasi. I tremiti che gli attraversavano il corpo aumentavano, diventando scosse. “Stefan, per favore!” Ma lui non diede segno di averla sentita. “Era come… un incubo… tutto accadde così lentamente, non riuscivo a muovermi… eppure dovevo. Dovevo continuare a camminare. A ogni passo la paura diventava più forte. Ne sentivo l’odore. Odore come di grasso bruciato. Non devo andare là… non voglio vedere…”. Parlava con voce alta e insistente e respirava affannosamente. Aveva gli occhi spalancati e dilatati, come un bambino terrorizzato. Con l’altra mano Elena fli afferrò le dita che stringevano come una morsa, avvolgendole completamente. “Stefan, va tutto bene. Non sei laggiù. Sei qui con me” […] Lui non la sentiva più. Le parole venivano con un ritmo irregolare, come se non riuscisse a controllarle, non potesse pronunciarle abbastanza velocemente. […] Poi cadde in ginocchio, lasciando finalmente le dita di Elena, per affondare il viso fra le mani, Elena lo strinse mentre veniva colto da singhiozzi convulsi. Lo strinse per le spalle, attirandolo nel suo grembo. “Katherine si è sfilata l’anello”, mormoro. Non era una domanda. “Si era esposta al sole”.

  • Alberto Moravia – Libri

    Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo seduto sul divano; un’oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto.