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Antonin Artaud – Libri

Bisogna fare uno sforzo per risalire il corso delle cose, e capovolgere gli eventi. Con purezza e sincerità di fronte a noi stessi…perche’ vivere non è seguire come pecore il corso degli eventi, nel solito tran tran di questo insieme di idee, di gusti, di percezioni, di desideri, di disgusti che confondiamo con il nostro io e dei quali siamo appagati senza cercare oltre, piu’ lontano. Vivere è superare se stessi, mentre l’uomo non sa far altro che lasciarsi andare.(da “Vivere è superare se stessi”)

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    Era così bello il tuo volto e adesso striscia nella terra, coi bei capelli bruni che, strappati, volano nella polvere. Eravamo nati lontani, noi due, tu a Troia e io a Tebe, ma un solo destino ci aspettava. Ed è stato un destino infelice. Adesso mi lasci vedova nella tua casa, immersa nel più tremendo dolore. Il figlio che abbiamo avuto insieme è ancora così piccolo: non potrai più aiutarlo, e lui non potrà aiutare te. Se mai sopravviverà a questa guerra, per sempre gli saranno accanto pena e dolore, perché chi non ha un padre perde gli amici, e con fatica difende i suoi averi. A occhi bassi, il volto rigato di lacrime, andrà a tirare il mantello di altri padri, per avere protezione, e qualcuno magari avrà uno sguardo di pietà per lui, ma sarà come bagnare le labbra di un assetato. E sì che i Troiani lo chiamavano “il signore della città” questo bambino, perché era figlio tuo, e tu eri colui che, quella città, da solo difendeva. Ettore… il destino ti ha fatto morire lontano da me, e questo sarà per sempre il mio dolore più grande: perché non ho avuto per me le tue ultime parole: le avrei tenute strette e le avrei ricordate per tutta la vita: ogni giorno e ogni notte della mia vita. Sotto le navi nere, adesso, sei preda dei vermi e il tuo corpo nudo, che tanto amavo, fa da pasto ai cani. Tuniche bellissime e ricche, tessute da mano di donna, ti aspettavano qui.Andrò nella reggia, le prenderò le getterò nel fuoco. Se questa è l’unica pira che posso fare in tuo onore, la farò. Per la tua gloria, d’avanti a tutti gli uomini e le donne di Troia.

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    Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un’occasione, ma di sicuro non l’avrei immaginata così.Con il fiato sospeso, fissavo gli occhi scuri del cacciatore, dall’altra parte della stanza stretta e lunga, e lui ricambiava, con uno sguardo garbato.Era senz’altro una bella maniera di morire, sacrificarmi per un’altra persona, qualcuno che amavo. Una maniera nobile, anche. Conterà pur qualcosa.Sapevo che se non fossi mai andata a Forks non mi sarei trovata di fronte alla morte. Per quanto fossi terrorizzata, però, non riuscivo a pentirmi di quella scelta. Se la vita ti offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude.Il cacciatore fece un sorriso amichevole e si avvicinò con un passo lento e sfrontato, pronto a uccidermi.